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La Sicilia si fa gioiello: le collezioni made in Palermo ispirate all'isola

La storia di tre firme: Simona Randazzo, NastaSansone e "DonnaPidda", gioielliere e artiste che hanno creato pezzi dedicati alla Sicilia e alle sue atmosfere

  • 19 aprile 2017

Le Teste di Moro diventano orecchini

La nostra Sicilia è stata spesso musa e fonte di ispirazione per tantissimi artisti, dagli scrittori – basti pensare a Goethe affascinato da Monte Pellegrino – ai pittori, passando per scultori e stilisti: dal momento che l'arte è espressione sempre in movimento, che si evolve e dà spazio alle sue mille sfaccettature, si declina anche nella moda e nel più lussuoso dei suoi accessori, il gioiello.

L'isola ha ispirato le collezioni di alcune gioielliere e artiste locali che hanno creato dei pezzi dedicati alla Sicilia, alle sue suggestioni e alle sue atmosfere.

È il caso, per esempio, di Simona Randazzo: trentenne jewelry designer e “figlia d'arte”, ha respirato da sempre la passione per i gioielli. Dopo gli studi al Politecnico di Milano in Design del Gioiello e il corso in gemmologia all’IGI, l’Istituto Gemmologico Italiano, ha aperto in via Libertà uno showroom che porta il suo nome. Semplicità, raffinatezza e leggerezza sono le sue parole d’ordine.
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Ha una clientela vasta, dalle ragazze che cercano un accessorio alla moda alle donne che hanno voglia di indossare gioielli importanti ma dal taglio minimal. Simona ha realizzato una collezione totalmente ispirata alla Sicilia, che porta il nome di “Isola”. Ogni gioiello racchiude le suggestioni e le storie di questa terra ed è nteramente realizzato in oro e pietre preziose dalle forme evocative: dal tondo alla goccia, fino all’ovale e al quadrato per anelli, orecchini, collane e bracciali.

Il quadrato ricorda il dammuso di Pantelleria, l'ovale il ficodindia ma anche la tartaruga di Lampedusa, ci sono la arance di Sicilia dalla forma tonda e infine la goccia, goccia come il fico o come le isole Eolie che sono gocce di terra intorno alla Sicilia. Ognuno può ritrovare la sua personale suggestione nelle quattro forme, che non si esaurisce ma si rinnova di continuo. Oggi Simona Randazzo sta crescendo: ha lanciato l'e-commerce per soddisfare i numeri ordini che riceve fuori dalla sua città. E per il futuro ci dice: «L'idea è quella di espanderci anche in altre città con corner o vere e proprie gioiellerie, dopo l'esperienza di sei mesi al Brian & Barry di Milano».

Come non parlare della storia dei gioielli NastaSansone: tutto nasce dalla lunga amicizia tra le due creatrici, Maria Pia Nasta e Silvana Sansone. Entrambe con un'attività alle spalle, sempre legata al mondo dei gioielli, con percorsi paralleli che non si sono mai intralciati, hanno lavorato per anni a Palermo offrendo alla clientela gioielli alla portata di tutti, con stili molto diversi.

Qualche anno fa le due amiche hanno deciso di unire le loro passioni, e la loro alchimia, già presente nella loro amicizia, si è palesata anche nelle loro creazioni: pur essendo la Nasta più barocca e la Sansone più "misurata", nei loro schizzi i loro stili si sono fusi, facendo nascere prima i gioielli della linea "Amunì" e in un secondo tempo i gioielli "Burnìe".

L'idea che ha guidato le due collezioni è la stessa: in una Sicilia tormentata, dal background difficile e piena di brutture, Maria Pia Nasta e Silvana Sansone si sono fatte ispirare dalla bellezza della loro terra, per dare un segnale di riscatto e per lasciarsi incantare dalle meraviglie dell'isola. I loro gioielli sono in argento (bagnato nell'oro) e pietre semi preziose. Nelle loro creazioni, le immagini legate alla tradizioni siciliane sono rivisitate in forme nuove attraverso la sapiente selezione dei materiali e delle pietre.

La linea "Amunì" nasce dall'idea di non fermarsi mai, a guardare sempre avanti con fiducia cercando di migliorarsi ma senza dimenticare la forza delle proprie origini. La collezione "Burnìe" si ispira invece alle anfore della tradizione mediterranea: come un contenitore, le burnìe vogliono racchiudere tutta la bellezza e la ricchezza della Sicilia. Stanno lavorando ad una nuova collezione, questa volta legata al mondo della scaramanzia, e parteciperanno a varie fiere in giro per l'Italia.

“Donna Pidda” è invece la creatura di Bruna Cirincione: un'attività giovanissima la sua, nata da appena un anno ma che le ha già dato delle soddisfazioni. Il suo è un hobby “molto impegnativo”, come lei stessa lo ha definito, perché un lavoro ce l'ha già: la giovane palermitana è graphic designer. Ha studiato a Palermo Disegno Industriale e ha proseguito i suoi studi al Politecnico di Milano, ed è approdata ai gioielli quasi per caso, creando dei modelli per le amiche.

Affascinata da sempre dall'universo di Dolce & Gabbana, le sue creazioni si ispirano alla Sicilia e ai tradizionali elementi della nostra terra. Un legame viscerale che si è accentuato andando a vivere in un'altra città e che ha portato inevitabilmente nelle sue creazioni. I suoi orecchini sono anche apparsi nell'ultimo spot di “Miss Sicily”, il nuovo rossetto Dolce&Gabbana Beauty, che lei stessa ha indossato nel ruolo di comparsa durante la pubblicità. Ha anche creato una collezione ispirata alle maioliche in collaborazione con il Museo Mandralisca di Cefalù.

Il nome “Donna Pidda” viene dal personaggio della Donna di denari delle carte siciliane, che tiene ben presenti le tradizioni che la legano alla sua terra.
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