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Mafia: se per gli studenti siciliani è più forte dello Stato

Per il 39% degli studenti siciliani il fenomeno mafioso è più forte dello stato: a dirlo sono i sondaggi del progetto "Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili"

  • 4 febbraio 2016

La mafia è qualcosa con cui convivere: questo è quello che pensa buona parte degli studenti siciliani coinvolti nel progetto "Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili", indagine sul fenomeno mafioso realizzata dal centro studi Pio La Torre.

Sono circa quattrocento gli studenti delle scuole siciliane che hanno risposto a degli appositi sondaggi sulla percezione della criminalità organizzata. I dati emersi, purtroppo, sono desolanti: il 39% ritiene che la mafia sia più forte dello Stato, il 34% ritiene che siano ugualmente forti e solo il 16% ritiene che lo Stato sia più forte.

Alla domanda ti è mai capitato di avvertire concretamente la presenza della mafia nella tua città? il 34% degli studenti siciliani risponde con abbastanza, e solo centotrentasette intervistati ripongono una maggiore fiducia sulle istituzioni.

L’obiettivo del progetto del centro studi è quello di prevenire l'illegalità e sensibilizzare i giovani al fenomeno mafioso con dei chiari esempi di democrazia e tramite la consapevolezza del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

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Quasi tutti i ragazzi esaminati riconoscono Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Pio La Torre e, sul fronte opposto, il boss Totò Riina. Nonostante questo, più della metà degli intervistati ha ammesso di non conoscere figure come Placido Rizzotto e Rocco Chinnici.

Nel progetto sono state coinvolte quattordici scuole. Nel corso dell’anno gli studenti hanno fatto visita alla cantina "Centopassi", bene corleonese confiscato e hanno partecipato ad un ciclo di conferenze sul fenomeno mafioso, conoscendo, attraverso una mostra itinerante, la vita di Pio La Torre.

Nonostante questo, l'elevata percentuale che riconosce come più forte il fenomeno mafioso indica che la strada da percorrere, insieme alle scuole e le agenzie di educazione, è ancora molto lunga.

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