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Nasce a Palermo il mensile "I quaderni de L'Ora"

Un manipolo di ex giornalisti de L'Ora fa rivivere in forma di mensile la vecchia pubblicazione, con inchieste di cronaca giudiziaria, politica, economia e cultura

Fabio Vento
Web developer e giornalista
  • 15 febbraio 2011

Approfondimenti sui temi della cronaca giudiziaria, della politica, dell’economia e della cultura, nella tradizione del migliore giornalismo d’inchiesta: nasce a Palermo, con diffusione regionale, il mensile “I quaderni de L'Ora”. Il progetto è ideato e coordinato dai giornalisti Vittorio Corradino, Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, che hanno radunato buona parte dei colleghi con cui condivisero, ormai vent'anni fa, l'apprezzata avventura editoriale del quotidiano “L'Ora”.

Con un formato a 164 pagine, e avvalendosi di firme prestigiose -non ultima quella di Marco Travaglio - il periodico tratterà «le grandi inchieste giudiziarie, le alchimie e i retroscena della politica e dell’economia, ma anche i tentativi di tenere in vita il mondo della cultura e dello spettacolo nonostante il degrado e l’abbandono esistenti. Sul nuovo giornale, i misteri giudiziari irrisolti, gli scandali del rapporto mafia-politica, lo sperpero del denaro pubblico nei grandi affari, i modelli vincenti di una sub-cultura del parassitismo, i trasformismi e gli opportunismi di partiti senza più idee, e la solitudine degli artisti e degli operatori culturali». La pubblicazione sarà totalmente autofinanziata: «Abbiamo scelto di non avere padroni, di avere come unico punto di riferimento il lettore e la sua sete di informazione. Nel paese in cui il giornalismo investigativo si è trasformato in squallido dossieraggio, “I Quaderni de L’Ora” è una rivista che si richiama alle radici di un giornalismo “tradizionale”, quasi “artigianale”, che ha come unico punto di riferimento l’articolo 21 della Costituzione e che insegue un unico obiettivo: informare il lettore per costruire una sempre più difficile consapevolezza civica».

L’inchiesta di apertura del primo numero, già in edicola, è un dossier di oltre 50 pagine che ospita interventi dei magistrati Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato e di Marco Travaglio sul tema della “ragion di Stato” e della sua compatibilità con le ragioni di giustizia in Italia, anche in relazione alle inchieste sulla stagione stragista del biennio ’92-93. Il periodico si avvale di un “comitato dei garanti” composto da Antonio Ingroia (procuratore aggiunto di Palermo), Emma Dante (autrice e regista teatrale), Vincenzo Provenzano (docente di economia all’Università di Palermo) e Antonella Monastra (consigliere comunale di “Un’altra storia” a Palermo).

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