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Palermo calcio, buio totale. È il turno di Lo Monaco

È vero che il Palermo non ha avuto la dea bendata dalla sua parte, ma la fortuna in qualche modo va cercata. L'arrivo di Lo Monaco cambierà qualcosa?

  • 27 settembre 2012

Cominciamo dalla fine, da quel calcio alla bottiglietta di uno stizzito Gasperini, dal gol del Pescara (Pescara-Palermo 1-0, andata della quinta giornata del Campionato 2012/2013) quando già il pareggio a reti inviolate si toccava con mano.

Dal doppio cambio Brienza-Miccoli subentrati a dieci minuti dalla fine, dalla coppia Ilicic-Hernandez, dall’espulsione di un ingenuo Von Bergen, da quei quindici minuti di assalto veemente alla porta del Pescara con le occasioni da gol (clamorosa almeno una) capitate sui piedi di Hernandez e finiamo con l’incredulità generale di tutti alla lettura delle formazioni ufficiali per l’esclusione dall’undici iniziale della coppia più talentuosa in casa rosanero formata dal duo Brienza-Miccoli.

Ci fermiamo qui? Nient’affatto. La mattina che precede l’incontro arriva la bomba: ennesimo ribaltone dirigenziale, via Perinetti subentra Lo Monaco!

Ma torniamo alla seconda sconfitta consecutiva in zona “Gasperini”. È vero che il Palermo non ha avuto la dea bendata dalla sua parte, soprattutto nelle prodezze del portiere abruzzese, autore di interventi efficaci su Hernandez, e nella prodezza di Weiss su tiro dalla distanza. È inconfutabile che la fortuna va cercata.

La cattiveria agonistica fa parte del gioco: vale per Hernandez che non deve sprecare le rare occasioni da gol che la squadra produce e vale per l’intera squadra che non deve avere cali di tensione. Così non è assolutamente un caso che la beffa di Bergamo, con Raimondi che tutto solo in mezzo all’area di rigore e senza alcun contrasto deposita di testa la palla in rete, si ripete a Pescara con un Weiss che senza alcun ostacolo parte da sinistra, si accentra e calcia indisturbato il pallone che trafigge l’incolpevole Ujkani.

Gasperini è stato lodato per la giusta intuizione del regista arretrato difensivo (Donati) ma dovrà pur capire che la squadra pecca di qualità in mezzo al campo e in avanti facendo i conti, beninteso, con quello che passa il convento. Il duo centrale di centrocampo Barreto-Rios è improponibile essendo loro due interditori che non sanno cosa significa lanciare un compagno verso la porta avversaria: uno tra Kurtic e Viola, in attesa di gennaio, deve trovare un posto fisso a centrocampo.

Brienza e Miccoli non possono e non devono essere lasciati fuori in un contesto di squadra assetata di tecnica e qualità, tantomeno se ti affidi al solo Ilicic che da due anni è l’ombra di se stesso, alla ricerca disperata di un partner tecnico (Pastore, bei tempi) con il quale dialogare per non farlo cadere in quel torpore irritante che non delizia affatto il tifoso palermitano ed è chiaramente improduttivo per l’economia del gioco di squadra. Von Bergen e Munoz hanno evidenti limiti e ci sembra quanto meno azzardato proporli in tandem nella difesa a tre.

Alla resa dei conti a prevalere deve essere il realismo: non si può pensare di risolvere i problemi di classifica imponendo pseudo salvatori della patria (Dybala-Hernandez) ma occorre fare delle scelte serie mandando in campo chi è dotato di nerbo calcistico e che non si squagli come neve al sole al primo fischio che piove dagli spalti.

Ma torniamo alla new entry Lo Monaco. Zamparini ha giustificato la mossa, ammesso che Perinetti accetti un “tutor”, nell’intenzione di rendere la società più forte. Ribadiamo l’instabilità gestionale dell’uomo Zamparini ed a questo punto saremmo davvero curiosi di sapere cosa abbia in mente di combinare dopo aver fatto fuori nel giro di una settimana allenatore e direttore generale (Sannino-Perinetti).

Apprezziamo Lo Monaco come abile dirigente ma ne ricordiamo l’indipendenza nel modus operandi. Zamparini, autentico accentratore, glielo consentirà? Già con Preziosi fu divorzio ancor prima di cominciare qualsiasi avventura. Staremo a vedere.

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