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Pedaggi, rifiuti e rumori: il caos irrisolto di Capo Gallo

  • 29 maggio 2006

«Fermo, dove vai?». «A mare». «2 euro». «Cosa??». «2 euro! Altrimenti posteggia il motore fuori e vai a piedi. Quest’anno i pedoni non pagano!». Questa scena è liberamente tratta dalla vasta letteratura sopra le contraddizioni di Palermo. Siamo a Capo Gallo. Da anni chiunque voglia varcare la soglia di accesso deve pagare un pedaggio ai proprietari di quel lembo di terra.

Tempo fa era stato annunciato in pompa magna che il problema stava per essere risolto. La Regione, acquistando il terreno dai legittimi proprietari, la famiglia Vassallo, sollevava i visitatori da questo antipatico tributo che tutti devono pagare senza ricevere nulla in cambio, né servizi né alcuna prestazione. In questo piano i Vassallo costituiscono una società che fornisce servizi destinati alla stessa area: noleggio biciclette, pulizia, chioschi, parcheggio custodito e visite guidate.

Siamo così andati a Capo Gallo per verificare e siamo stati fermati all’ingresso con la solita richiesta di pagamento. Gente vicina ai Vassallo fa sapere a Balarm.it che in realtà le trattative si sono subito arenate per mancanza di convergenza fra domanda e offerta. Inoltre fanno sapere che il terreno non è mai stato oggetto di trattative di compravendita, al massimo sarebbe stato dato in concessione dalla famiglia alle autorità. Inoltre pare che la famiglia Vassallo si sia arretrata nelle proprie posizioni perché nessun intervento è stato ancora predisposto dalla Regione Siciliana e dalla Guardia Forestale.
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Si, perché Capo Gallo è una riserva naturale. E ad annunciarlo sono pure due bei pannelli posti proprio all’ingresso e intestati alla Regione Siciliana. Ma a Capo Gallo manca molto per essere definita tale. Non è previsto nessun percorso di esplorazione della riserva, che non è solo marina ma ha anche diverse grotte di grande interesse naturale. Non è stata predisposta nessuna area per il parcheggio, così l’afflusso di auto all’interno della riserva non è regolato e genera problemi legati alla sicurezza. Inoltre l’area costiera è spesso sporca e piena di detriti, come bottiglie rotte, che sono inquinanti e pericolosi per i bagnanti. Non esistono servizi igienici e, dulcis in fundo, un porto nautico è posto al centro del golfo di Capo Gallo. Se a tutto questo si aggiunge anche un club che spesso di notte fa serate danzanti, il quadro è completo, ed è a tinte fosche.

Se si vuole veramente rendere questa splendida area una riserva a tutti gli effetti, lo sforzo deve essere collettivo. Perché tutti hanno diritto di libero accesso al mare, che è demanio pubblico, e quindi, di tutti. Così come tutti, soprattutto i turisti, hanno il diritto a godere di un bene collettivo quale è una riserva, anche pagando un ingresso, ma non per ingrassare la proprietà stantia, inattiva, ma per contribuire al mantenimento dell’area. Per cui i Vassallo dovrebbero rinunciare ai benefici derivanti dal proprio diritto di proprietà, per fornire quella minima serie di servizi che possano adeguare l’area al concetto di sostenibilità. Ma la Regione dal canto suo non si può limitare a mettere due bei cartelli all’ingresso. Così come tutti noi cittadini potremmo cominciare a togliere i rifiuti che produciamo e curare gli spazi dove viviamo, perché tutto questo diventi anche opportunità di sviluppo. Non è mai troppo tardi per cominciare.

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