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Primarie del centrodestra: si vota il 18 marzo

Mentre resta irrisolto il dilemma primarie sul versante centrosinistra, il Pdl comunica che il 18 marzo andrà al voto per la scelta del candidato a sindaco

Balarm
La redazione
  • 31 gennaio 2012

Mentre il centrosinistra prova a ricompattarsi, dal fronte centrodestra, il coordinatore siciliano del partito Giuseppe Castiglione, annuncia che in Sicilia i comuni andranno al voto in primavera. Il Pdl, assieme agli alleati (Pid, Noi Sud e La Destra), organizzerà le primarie del centrodestra per la scelta del candidato a sindaco di Palermo il 18 marzo.

Nel lungo valzer tra primarie che vengono e primarie che vanno, il centrosinistra prova a darsi un'altra possibilità, non si arrende nell’ammettere l’incapacità di essere coeso e compatto e prova ancora una volta a recuperare l’unità, consapevole di aver bruciato in un solo colpo mesi di lavoro affinché gli elettori avessero quantomeno l’illusione di un processo a larga partecipazione democratica. Così i segretari regionali e provinciali di Sel, Erasmo Palazzotto e Sergio Lima e di Idv, Fabio Giambrone e Pippo Russo si sono incontrati a Palermo, nella sede di Italia dei valori, e hanno ritenuto opportuna l’urgenza di aprire un nuovo tavolo di discussione e programmare un percorso condiviso, non prima d’aver verificato quali realmente siano le condizioni politiche dell'unità di tutto il centrosinistra perché non si arrivi alle elezioni amministrative penalizzati dalla frammentazione che regna nelle ultime settimane.

«Ora ci auguriamo che si possa superare questa fase di divisioni. Noi continueremo a impegnarci in questa direzione dentro al tavolo del centrosinistra che sarà convocato in queste ore, impegnandoci a salvaguardare il metodo della partecipazione democratica che non può essere archiviato con il fallimento delle primarie. - dice in una nota "Per Palermo è ora", il comitato che ha lavorato all'organizzazione delle primarie - Che le primarie a Palermo, quinta città d'Italia, non si facciano, resta un grave errore politico». La nuova mossa è quella di organizzare un incontro di tutte le forze del centrosinistra, comprendendo anche i movimenti civici. Scelta conseguenziale al rischio di un possibile congelamento delle primarie che ha portato in questi giorni anche all’ibernazione tutti i possibili intrecci politici e alla discesa in campo di Gianfranco Micciché.

Approfittando del clima di profonda indecisione il leader di Grande Sud, scende in campo affermando che «Se fossero solo tre candidati non avrei speranza, ma visto che sono tanti gli aspiranti sindaci potrei arrivare, con questa legge elettorale, al ballottaggio». E sulla possibilità di coalizioni, Miccichè afferma di non cercare alcuna coalizione, è pronto a correre da solo. Se è vero che le consultazioni alla base avrebbero potuto presentare alle elezioni una figura più forte, adesso l'intera schiera di partecipanti in gioco torna in campo per ritornare alla soluzione “tutti contro tutti”. Fallita la missione di Davide Faraone di riuscire ad organizzare un gioco di squadra alle primarie con Rita Borsellino, Leoluca Orlando, Sel, Verdi, Federazione della Sinistra, Socialisti, Radicali Palermo e i movimenti civici della città al fine di battere il "terzo polo civico" di Ferrandelli, Cracolici e Lumia, adesso la preoccupazione maggiore appare la costruzione della solidità.

Il segretario del Pd Giuseppe Lupo, aveva deciso ormai di accantonare definitivamente l’idea delle primarie per concentrarsi sulla candidatura al primo turno di Rita Borsellino così come suggerito dal coordinatore nazionale del Pd Maurizio Migliavacca e dal leader Pier Luigi Bersani. Ma alla proposta di un incontro con resto del centrosinistra, le parti chiamate in causa avevano inizialmente opposto un immediato rifiuto. I candidati alla carica di Sindaco, Antonella Monastra e Leoluca Orlando, ed i rappresentanti di IdV, Federazione della Sinistra, Verdi, dei movimenti Sedievolanti e PiùdonnepiùPalermo avevano definito inaccettabile l’incontro “in quanto permangono tutte le ragioni di ambiguità rispetto alle alleanze con l’Mpa e il Terzo Polo e, quindi, è privo di alcun elemento di novità." Approvato invece l’invito-appello alla città relativo all’Assemblea programmatica, denominata “Palermo per Palermo – idee per la città” che si terrà sabato 18 febbraio.

L'individuazione del candidato a primo cittadino a Palermo sembra ormai una missione impossibile ed è probabile che lo scontro tra le “primedonne” conceda sempre più forza ai movimenti minori che mai come adesso cominciano ad essere determinanti. Una candidatura al primo turno si rivela così una sfida molto più complessa della competizione finale con il centrodestra. Di Fatti, Davide Faraone che tra tutti è la figura che più risentirebbe delle mancate primarie perché risulterebbero vani tanti mesi di campagna pre-elettorale, insiste nel suo appello al superamento delle divisioni, inconsapevole forse del fatto che tutti siano già scesi in piazza e che di fatto la campagna elettorale è già iniziata: inizia così la sfilata per i quartieri, e se Leoluca Orlando nella sua lunga passeggiata dalla sede di Idv di via Piersanti Mattarella fino al Teatro Massimo si è detto perfino disposto a fare un passo indietro purché si faccia un nome nuovo e ci si districhi dall’immobilismo, Fabrizio Ferrandelli ha trascorso il pomeriggio alla Zisa, mentre Rita Borsellino ha preferito calarsi tra la gente del Mercato delle Pulci.

Su fronte centrodestra Giovanni Avanti, presidente della Provincia regionale di Palermo, sarebbe il candidato più accreditato, mentre sembra invece archiviata definitivamente l'ipotesi di un'alleanza tra Pdl e Udc, nel Terzo Polo: diventa sempre più probabile la possibilità di una candidatura autonoma. Il nome di Caterina Chinnici, attuale assessore regionale alle Autonomie Locali, sembra al momento il più accreditato e Fini e Casini avrebbero dato il proprio assenso alla sua candidatura. Consapevole delle nefaste conseguenze sul Pd che può avere la rinuncia alle primarie, è invece Antonello Cracolici, il capogruppo del Pd all'Ars che ricorda come sarebbe un controsenso tirarsi indietro dopo aver detto di no alle alleanze con il Terzo Polo perché i centristi non volevano partecipare alle consultazioni.

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