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Riparte il campionato: sarà il Palermo della svolta?

L’annata rosa che verrà, almeno sulla carta, non promette nulla di ambizioso. O ci sarà la svolta o si ritornerà a quei 10.000 aficionados presenti anche in C

  • 23 agosto 2012

L’ex campionato più bello del mondo sta per riaprire i battenti e, in onore di un pallone rotolante dentro un rettangolo verde, centinaia di migliaia di tifosi di tutta Italia siederanno (sempre meno per la verità) sulle tribune degli stadi o (sempre di più) davanti ad una TV per seguire le sorti della loro squadra del cuore. L’annata rosa che verrà, almeno sulla carta, non promette nulla di particolarmente ambizioso.

Infatti lo scorso campionato, tutto da dimenticare, ha evidenziato agli occhi del tifoso rosa un'immagine sbiadita della squadra che riuscì a contendere alla Sampdoria il quarto posto, utile per il piazzamento alla Champions league, e quella ancor più emozionante che contese all’Inter la Coppa Italia nella finalissima dell’Olimpico di Roma.

Basti pensare che di quel gruppo di giocatori sono rimasti i soli Miccoli e Migliaccio con quest’ultimo sicuro partente. Le speranze sono riposte in un allenatore, Beppe Sannino, ed alla gestione oculata e sempre vigile del neo direttore generale Giorgio Perinetti che di Palermo conosce umori e sentimenti. La squadra, a meno di improbabili aggiustamenti negli ultimi giorni di mercato, dovrà lottare per non retrocedere e questo è un dato di fatto alla luce del piazzamento dello scorso anno (quint’ultimi) e della bontà dei componenti la rosa di prima squadra.

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Il solo Arevalo Rios, navigato ed esperto centrocampista, ed il giovanissimo Dybala (sicuro il talento ma tutto da scoprire l’effettivo apporto alla causa soprattutto in relazione alla giovanissima età) sembrano dei giocatori in grado di far fare un salto di qualità alla squadra. Gli altri acquisti sono arrivati da squadre retrocesse come Garcia, Ujkani, Morganella (Novara) Von Bergen (Cesena), da chi ha preferito seguire il neo tecnico (Brienza) o da chi si è rivelato utile e di talento seppur in B (Kurtic).

Una percezione più o meno palese è che sul Palermo il patron Zamparini non investe più come un tempo. Abbandonati i “progetti” tanto fantasiosi quanto ingannevoli circa lo scudetto e relativa partecipazione alla Champions League in tre anni, per non parlare dell’imminente arrivo degli “amici arabi” dal portafoglio illimitato ed investimenti faraonici, resta netta la sensazione almeno da due anni a questa parte di una squadra costruita più per vivacchiare nella massima serie come quei dipendenti in età pensionabile senza più sogni nel cassetto, pronta ad esibire questo o quel pezzo più o meno pregiato da cedere al miglior offerente e, cosa più importante, nella totale assenza di continuità tecnica e manageriale sulla quale tutte le società fondano i propri successi.

Lo scetticismo di tifosi ed addetti ai lavori intorno a questa squadra ci sta tutto. Lo dimostrano gli abbonamenti che hanno registrato il minimo storico da quando si è ritornati in A marginalmente riconducibile alla crisi economica in atto. Palermo e il tifoso palermitano amano sognare e non hanno mezze misure: o si deprime o si entusiasma. Concludendo si può ben dire che questo è l’anno cruciale: o c’è la svolta o si ritorna a quei 10.000 aficionados presenti anche in C.

Su una cosa sono in perfetta sintonia con il presidente Zamparini: giocatori, direttori sportivi e tecnici si susseguono e passano ma quel che resta sono la società e la squadra. Aggiungo, consentitemi, la “maglia” non tanto per scimmiottare gli ultras ed i loro slogan ma perché realmente rappresenta qualcosa di davvero importante e di insostituibile per noi veri tifosi.

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