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Sì ai casinò in Sicilia. Prima però regole anti-riciclaggio

Michela Stancheris si è detta favorevole all'apertura dei casinò in Sicilia. Taormina e Cefalù le prescelte, ma Crocetta va cauto: "prima protocolli antiriciclaggio"

  • 23 luglio 2013

Dopo Campione d'Italia, Saint-Vincent, Sanremo e Venezia, i casinò in Sicilia potrebbero essere un po' più di un'idea. Almeno, secondo quanto dichiarato dall'Assessore al turismo Michela Stancheris che si è detta favorevole all'apertura delle case da gioco nell'isola. Già in periodo fascista fu avanzata l'ipotesi di spalancare le porte di Castello Utveggio, nel Monte Pellegrino di Palermo, al gioco d'azzardo, ma la proposta non ebbe successo. Adesso balzano in vetta le belle Taormina e Cefalù. Che sia solo uno specchietto per allodole?

È lo stesso assessore a riconoscere che l'apertura delle strutture in Sicilia potrebbe essere un ottimo volano per il turismo. «Dobbiamo smetterla con l'ipocrisia di dire che il gioco è rischioso - spiega la Stancheris - e, quindi, osteggiare l'apertura dei casinò, quando permettiamo quotidianamente le slot, i gratta e vinci e gioco on line». Ma questa terra, è davvero pronta ad ospitare un casinò? «Ritengo che non ci sia nessun rischio - prosegue -. Anzi, reputo che le località in questione, possano creare un nuovo afflusso, facendo girare così l'economia».

Se il Kursaal di Sanremo vanta di essere il più antico d'Italia in contrapposizione al casinò ospitato sul Canal Grande a Venezia, considerato come la casa da gioco più antica del mondo, quello in Sicilia, che titolo potrebbe vantare? Il presidente della regione Rosario Crocetta, entusiasta della proposta, va tuttavia un po' più cauto.«Sono favorevole ma Stancheris è bergamasca - afferma il governatore -, dunque io aggiungo che prima bisogna preparare dei protocolli anti-riciclaggio». Forse conscio del fatto che qui il passo per innescare una rete, tra speculazione e lucro, è breve?

Intanto non manca chi già si rivede nei panni di Robert De Niro nel film di Martin Scorsese. Ma il palcoscenico stavolta non è Las Vegas, la città vista come inferno del peccato. Piuttosto le due località più forti - "turisticamente" parlando - della Sicilia orientale ed occidentale. Ma le stesse sono preparate a trasformarsi in una piccola Disneyland? Le autorizzazioni burocratiche sono parecchie, i tempi per la realizzazione lunghi. E i siciliani, prendendo in prestito una celebre frase di “Casinò”, sono pronti a vedere i bambini che giocano ai pirati, mentre mamma e papà lasciano le rate della casa e i soldi per l'università del piccolo nelle slot machine?
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