TEATRO

HomeNewsCulturaTeatro

Storie di gangster e prostitute per “L’opera da tre soldi”

Nei bassifondi londinesi del primo novecento, si intrecciano storie di gangsters, prostitute, poveracci, poliziotti corrotti, strozzini e faide familiari

  • 21 gennaio 2004

E’ il teatro di Bertold Brecht ad andare in scena da giovedì 22 gennaio (ore 21) al Teatro Biondo Stabile di Palermo (via Roma 258). “L’Opera da tre soldi” (in replica fino all’1 febbraio) è la più famosa opera di Brecht con le musiche di Kurt Weill, che viene proposta per la prima volta in Italia nella sua versione integrale. Nei bassifondi londinesi del primo novecento, si intrecciano storie di gangsters, prostitute, poveracci, poliziotti corrotti, strozzini e faide familiari.

La trama è ricca e intricata: Mr. Peachum (Giulio Brogi), insieme alla moglie (Rosalina Neri), ha creato la ditta “L’amico del mendicante”, che noleggia arnesi e costumi per diventare perfetti accattoni. Mackie Messer (Massimo Venturiello), capo di una banda di gangsters,  rinomato bandito e puttaniere, sposa in segreto Polly (Laura Marinoni), figlia di Mr. Peachum. Alle nozze partecipa anche il corrotto Mr. Brown, capo della polizia di Londra, detto “Tiger”. Inizia così la vendetta di Mr. Peachum, contrario alle nozze che, fra l’altro, gli portano via la figlia, valido aiuto per la sua “ditta”. Nel groviglio altre due figure femminili: Jenny delle Spelonche (interpretata dalla cantante Tosca), amante di Mr. Peachum, e Lucy, la figlia di Mr. Brown, sedotta da Mr. Peachum e in attesa di un figlio. Fra le canzoni di Kurt Weill, attraverso incontri e avventure, l’opera volgerà inesorabilmente al lieto fine.

Adv
Brecht mostra una società corrotta dal denaro e proprio per questo motivo nel 1928, anno in cui venne rappresentata per la prima volta a Berlino, oltre a riscuotere un grande successo, “L’opera da tre soldi” fu motivo di scandalo. Sono gli anni che in Germania precedono il nazismo, quelli della Repubblica di Weimar, e  Brecht  mette a nudo la società borghese tedesca, che inizia a scendere a compromessi col nascente partito nazionalpopolare. A settantacinque anni dalla prima rappresentazione, l’opera si rivela comunque di grande attualità, dato che la corruzione non ha tempo.

La regia è di Pietro Carriglio (direttore del Teatro Biondo e da poco anche sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo). Le scene e i costumi sono di Bruno Caruso e le musiche di Kurt Weill sono interpretate da un’orchestra diretta dal maestro Carmelo Caruso. Per informazioni su prenotazioni, orari e costo dei biglietti, ci si può rivolgere al botteghino del Biondo (telefono 091.7434341).

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI