ATTUALITÀ
Teatranti privati in lutto: la cultura agonizza senza fondi
Un funerale per la cultura in Sicilia, una protesta per tornare a vivere: gli Stati Generali del Teatro chiedono giustizia a gran voce per le loro attività condannate a morte
"Ora basta!!! Salviamo la cultura". Il cartone è nero, le parole sono scritte in bianco. Dure. E intanto avanza una bara, sormontata da un manichino di scena. Un vero e proprio funerale della cultura, tenuto da più di venti esponenti dei teatri privati davanti all'assessorato al Turismo e alla Cultura della Regione Sicilia.
"Essere o non essere: non essere e il problema è risolto", recita un altro cartellone. Perché il problema è proprio questo: l'invisibilità dei teatri privati agli occhi della Regione Siciliana, che non eroga le somme di denaro necessarie a portare avanti le attività di alcune delle realtà che per anni hanno caratterizzato la scena culturale palermitana.
Mancando i soldi, mancano i mezzi per realizzare i progetti. Per dare vita alle idee, per dare varietà all'offerta culturale. Già i fondi degli anni 2012 e 2013 sono bloccati: senza quelli futuri non si potrà neanche pensare di prendere respiro. E gli operatori dello spettacolo chiedono perché si siano trovati i fondi per i teatri pubblici, ma non quelli per dar loro modo di andare avanti.
Ambigua perché, comunicano gli Stati Generali del Teatro, si riferisce solamente a pochi indagati accusati di falso spettacolo, ma che coinvolge anche coloro che per difficoltà economiche, hanno ritardato i pagamenti di contributi e premi ma non hanno occultato nulla e si ritrovano a non veder pagati i contributi concessi nel 2012 e 2013.
Così le ripercussioni economiche e occupazionali diventano insostenibili e un'intera categoria viene irreparabilmente danneggiata. Un’intera categoria di operatori culturali, di teatri, di compagnie, di imprese di spettacolo: di lavoratori. Una condanna che potrebbe decretare entro breve tempo la totale chiusura delle imprese private di spettacolo della regione.
Forse, dicono gli Stati Generali, ci si trova di fronte a un'eccessiva cautela da parte dell’Amministrazione Regionale, che sarebbe comprensibile nell’ipotesi in cui, per tutti gli indagati, ci si trovasse di fronte a contributi erogati per attività teatrali non effettivamente svolte. Solo in questo caso si tratterebbe di somme che non avrebbero dovuto essere erogate e quindi da recuperare.
Ma anche se cosi non è stato, l’Amministrazione Regionale ha comunque bloccato i pagamenti. E gli operatori teatrali presenti alla protesta - tra cui Franco Zappalà, Mario Pupella, Vito Meccio, Gianni Nanfa, Elisa Cuticchio - fanno sentire la loro voce, chiedendo lo sblocco della situazione. Adesso, non rimane che attendere l'esito della questione.
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