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Un classico di Eduardo allo Zappalà

Balarm
La redazione
  • 1 maggio 2006

Al Teatro Franco Zappalà di Palermo (in via Autonomia Siciliana, 125) debutterà il 5 maggio alle 21.30 “Il sindaco del rione Sanità”, una commedia in tre atti di un genio incontrastato del teatro novecentesco: Eduardo De Filippo. Nelle sue opere la tragedia è smorzata con l’ironia e l’umorismo tipico del popolo napoletano e dunque si sorride con amarezza, immedesimandosi nei personaggi disperati, di un’umanità sconcertante, che s’industriano per sopravvivere agli stenti della povertà, che lottano fieramente, che si ribellano alle prepotenze imposte dalla società, cercando una giustizia alternativa, magari non secondo leggi costituzionali, personaggi che, nonostante compiano atti illeciti, non intaccano il loro rigore etico.

“Il sindaco del rione Sanità”, la cui regia è di Franco Zappalà, mette in scena il dramma di Antonio Barracane, mafioso siciliano, trasferitosi a Napoli con l’aiuto dell’amico e braccio destro, il medico Fabio Della Ragione, che da trentacinque anni gli è vicino nelle alterne vicende della vita. Vittima di soprusi sin da quando era piccolo, Antonio è spinto ad operare secondo un’ideale di giustizia del tutto personale, che mette in atto secondo metodi non proprio leciti, né pacifici, con l’intento di rendere il mondo “un po’ meno rotondo e un poco più quadrato”. Fornisce protezione e dipana questioni familiari e non, un novello Salomone di quartiere. A lui si rivolge per ricevere vendetta Raffaele, scacciato dal padre e costretto a vivere di stenti con la fidanzata incinta. Antonio, da vero uomo di rispetto, prende a cuore la faccenda occupandosene personalmente, andando dal genitore per appianare la questione. Questi spaventato, lo ferisce a morte. Con un atto di estrema comprensione, la vittima chiede all’amico medico di certificare la morte come sopraggiunta per cause naturali. Ma stavolta il medico agirà secondo propria coscienza.

E' un atto di generosità che sradica tutte le regole di violenza e prevaricazione su cui si fonda il pensiero del boss. Un atto che rivela la bontà di quell’uomo, perché non esiste mai il solo buono o il solo cattivo. Purtroppo, o per fortuna, la vita confonde le acque, rendendo difficile il giudizio. Forse l’insegnamento di Eduardo è proprio la sospensione della pretesa superiorità, nel tentativo di renderci tutti più fratelli. Si replica fino al 7 maggio. Il prezzo del biglietto è di 15 euro l’intero, 13 euro il ridotto CRAL, 10 euro il ridotto militari e bambini. Per informazioni telefonare allo 091.543380.
let. mir.
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