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Mille mani decorano il borgo con Archi di Pane: in Sicilia puoi vederli solo per poco

Sono l'unico esempio di arte popolare collettiva in Sicilia. Restano a decoro del Corso principale dal giorno di Pasqua fino alla quarta domenica successiva

Selene Grimaudo
Giornalista pubblicista e pedagogista
  • 13 marzo 2023

Archi di Pane a San Biagio Platani

La nostra terra è ricca di tradizioni, di credenze popolari, di storie che si tramandano da generazioni, di bellezze storiche, artistiche e culturali. La terra di Sicilia è un gioiello di impareggiabile bellezza dai colori giallo e rosso, sgargianti, di un sole d'agosto, di un tramonto estivo paragonabile a quello africano.

La Sicilia è luogo di fede e devozione popolare e tramite la fede e le tradizioni aggrega il suo popolo schietto e genuino, devoto e verace, laborioso quando viene accomunato dall'interesse a realizzare insieme lavori di grande maestria.

In Sicilia esiste un comune in cui gli abitanti ogni anno lavorano insieme in vista di un importante appuntamento per la religione e la cristianità.

Si tratta di San Biagio Platani, un piccolo borgo storico del 1635, facente parte dell’area dei Monti Sicani (l’area del Distretto Rurale di Qualità dei Sicani), nell’entroterra della provincia di Agrigento, immerso nell’immenso e meraviglioso scenario della Valle del Fiume Platani.
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Il paese è conosciuto per le sue tradizioni popolari, per il folklore e, soprattutto, per una delle più suggestive manifestazioni legate alla celebrazione della Santa Pasqua, che ha origine nel ‘700, e ha come fulcro la realizzazione di vere e proprie architetture effimere e opere scultoree, gli “Archi di Pasqua o di Pane”.

Gli archi sono l'unico esempio di arte popolare collettiva in Sicilia. Negli Archi Centrali si assiste ad un preciso cerimoniale che si lega ciclicamente ad un momento dell'anno. Quando la natura, con un’esplosione di profumi e colori, nella Valle dei Sicani celebra il risveglio della primavera, in quel momento, nella mattina di Pasqua, avviene l’incontro tra Gesù Risorto e la Madonna.

Gli Archi di Pasqua a San Biagio Platani restano a decoro del Corso principale dal giorno di Pasqua, 9 aprile 2023, sino alla quarta domenica successiva, avendo assunto, con il passare degli anni, anche un significato di attrazione che porta una grande folla di turisti ad assistere a questo spettacolo religioso, culturale ed artistico.

Il fenomeno di meraviglia conosciuto oggi nacque, grazie all'iniziativa di alcuni luminari delle due confraternite “Madunnara” e “Signurara”, per far dimenticare la povertà in un periodo connotato da grande miseria, quando la Palermo Gioiosa si riempiva di apparati in omaggio a Santi e Cardinali, a Rè e Vicerè, per esorcizzare epidemie o festeggiare eventi e visite trionfali.

Ho visitato, personalmente, San Biagio Platani, paese a dimensione umana dove gli abitanti trascorrono serenamente l'incedere del tempo ciclico scandito da iniziative che l'amministrazione comunale e la popolazione mettono in atto per fare comunità e dove tutto assume carattere di familiarità grazie all'accoglienza dell'altro che sia amico, turista o semplice passante.

Ho avuto modo di vedere i laboratori dove vengono realizzati gli Archi di Pane, piccoli gioielli di arte barocca realizzati interamente a mano dagli abitanti del paese.

Con il passare del tempo la tradizione è rimasta - afferma Salvatore Di Bennardo, sindaco di San Biagio Platani - infatti, oggi, si assiste, nei mesi che precedono le installazioni artistiche, ad un coinvolgimento dell'intera cittadinanza.

Divisa nelle due fazioni, in piccole comitive, lavora per mesi nei vari cantieri dando vita ad una religiosa e pagana gara emulativa del bello, realizzando delle strutture che prendono forma da una fusione di materiali vegetali, prodotti della natura, un’architettura di frutti, essenze, odori e quello che il popolo contadino può offrire.

Un’architettura vegetale ricca di elementi decorativi ed estetici che connotano la natura devozionale dell’evento, canne, salice, ramoscelli di ulivo, rosmarino, alloro e arance si trasformano in cattedrali».

Pane, uova, zucchero e sale sono alle origini di gran parte delle decorazioni che tramandano simbolismi che costruiscono l’evento. Ancora, mandorle, spighe, granoturco, datteri, fiori e legumi costituiscono i materiali che mani sapienti e virtuose trasformano in “nimphe” e mosaici che accompagnano il gioioso accadere della festa.

Il pane, frutto del duro lavoro dei campi è l’elemento decorativo essenziale dell’architettura della festa, in essa assume un simbolismo connotativo dei ritmi della vita di un popolo che ha dato origine ad una manifestazione unica, ricca di devozione, cultura e arte.

Nella civiltà contadina il pane è il simbolo per eccellenza dei cicli stagionali e si inserisce in tutta quella serie di riti che servono a riscattare da quel senso di insicurezza e precarietà su cui si basava il vivere quotidiano.

Simbolismo, fede, tradizione, religiosità, culto pagano della natura e dell'esaltazione dei suoi frutti in veste Caraveggesca si fondono insieme creando la preparazione alla rinascita, alla Pasqua come solennità che celebra la resurrezione di Cristo che sancisce la nuova alleanza e l'avvento del Regno di Dio.

Gli Archi di Pane che si elevano verso l'alto portano memorie, valori simbolici, tradizioni che vanno oltre al semplice sfamare il corpo. Il pane nutre anche lo spirito e rappresenta per l’uomo il riscatto dalla fame ma anche la capacità di dominare la natura.

Salvatore Di Bennardo racconta che sin da piccolo si recava a vedere i laboratori degli Archi dei Signurara: «Era bellissimo vedere i magazzini pieni di uomini, donne e ragazzi che lavoravano con gioia perché si sapeva che la ricompensa era lo spettacolo degli archi nella sua interezza e soprattutto lo sbalordimento delle persone che per la prima volta vedevano quelle strutture, vere architetture di frutti, essenze e odori.

Anche quest’anno abbiamo aperto i magazzini e stiamo lavorando af inchè la nostra tradizione non si perda, io e mio figlio dalla parte dei Signurara mentre mia moglie e mia figlia dalla parte dei Madunnara. Si perche’ anche questo fa parte della tradizione, famiglie divise nel lavoro degli Archi per devozione al Signore o alla Madonna».

Se il lettore desidera vedere questi gioielli della tradizione di Pasqua, può recarsi sin da adesso a San Biagio Platani. Durante questo periodo di festa il paese sarà maggiormente accogliente con l'opportunità di pernottare e pranzare/cenare nelle varie strutture ricettive presenti sul territorio, degustando anche le pietanze tipiche del luogo.

Il paese intero si trasforma in un immenso laboratorio che vale la pena, almeno una volta nella vita, visitare. In questo scenario artistico mille e più mani, semplici, rese sapienti, dalla memoria e dall'abilità degli avi, realizzano uno spettacolo incantevole di cui hanno scritto anche riviste internazionali e che a tutti sembra ogni anno ineguagliabile.
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