DIARI DI VIAGGIO
Odissea, una notte (insonne) in Sicilia: da Favara a Petralia, otto tappe in 24 ore
Un'avventura insolita, organizzata dal Farm Cultural Park. Zaino in spalla e caffè, a bordo di un pullmino bianco, 52 "odisseani" sono partiti alla scoperta dell'Isola
Sono partiti a mezzanotte dal campo sportivo di Favara. Zaino in spalla e caffè, pronti per una notte (e giornata) insonne alla scoperta della Sicilia.
Cultura, anelletti al forno e panorami mozzafiato. Un'avventura insolita, organizzata dal Farm Cultural Park nella giornata del 23 settembre, che porta il nome di Odissea Sicilia h24.
Un viaggio collettivo che ha coinvolto una sessantina di persone - tra artisti e appassionati - che, nel cuore della notte, si sono date appuntamento per girare in 24 ore otto tappe, a bordo di un pullmino bianco.
Prima meta Raffadali, per ammirare la bellezza del borgo sotto le stelle, degustando dolci tipici del territorio.
Alle 3 di notte l'arrivo a Sciacca, con l'accoglienza del sindaco Fabio Termine e la visita al Castello Incantato, tra gli ulivi e i mandorli ai piedi del Monte Kronio, con le teste scavate e scalpellate nella roccia dall'artista Filippo Bentivegna, detto “Filippu di li testi”.
Alle prime luci dell'alba l'arrivo a Sambuca di Sicilia. Ad accogliere il gruppo dei sessanta, il primo cittadino, Giuseppe Cacioppo. Poi, la passeggiata nel Quartiere Saraceno, una trama intricata di piccole vie che si aprono in cortili e vicoli, realizzati dall’emiro Al Zabut, fondatore della cittadina.
La vista magica del sole che sorge dal Terrazzo Belvedere e colazione con le tradizionali minne di vergini.
Alle 7.30 l'arrivo a Poggioreale Antica, la ghost town fossilizzata dal terremoto del 1968. Il suo nome deriva dal latino podus regalis (ovvero "Poggio del Re"). Il paese fu fondato come centro agricolo nel 1642 dal marchese di Gibellina, ma nel 1968 una violenta scossa colpì la Valle del Belice distruggendo la città. Restano i ruderi che, ancora oggi, testimoniano la vita prima del 1968.
Dopo Poggioreale, il gruppo ha raccolto le forze per una passeggiata nel Cretto di Burri. E alle 10.30 ha fatto tappa nella sede della Fondazione Orestiadi e al Museo delle Trame Mediterranee, che raccoglie tessuti, ceramiche, costumi e gioielli in uso nel Mediterraneo.
Pranzo a Prizzi, a base di prodotti freschi e locali, nel Parco Madonna e via verso l'ultima tappa, Petralia Sottana.
L'incontro nell’Ex Convento dei Padri Riformati per discutere sull'innovazione sostenibile, circolare e responsabile. Poi la festa e il ritorno a Favara.
Un viaggio collettivo pensato all'interno del progetto artistico Abbiamo Tutto - Manca il Resto, dedicato alla Sicilia e «a quello che non c’è», che con diversi padiglioni legge il territorio e la scena artistica locale.
La frase non lascia spazio alla neutralità, sottopone il visitatore a una lettura "aliena" dell'Isola, dei suoi paesaggi naturali e i siti archeologici nascosti.
In inglese si direbbe che è un invito accorato al “give back” (dare il resto). Un invito all’azione, alla partecipazione, alla presa di coscienza e di appartenenza.
Protagonisti dell'Odissea 52 avventurieri, 4 sindaci, 1 vicesindaco, 4 assessori e un presidente del Consiglio.
192 i sandwich mangiati, 8 quelli riportati a casa.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
I VIDEO PIÙ VISTI
-
ITINERARI E LUOGHI
Un balcone naturale a picco sul mare: la caverna che non ti aspetti vicino a Palermo