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Palermo capitale della biodiversità: un mese di visite ed esperienze aperte al pubblico

Un mese di attività aperte al pubblico in tutta la città di Palermo che culminano con l’apertura del Biodiversity Gateway, un polo museale sulla biodiversità in via Archirafi

Balarm
La redazione
  • 6 novembre 2025

Un mese di attività aperte al pubblico in tutta la città di Palermo, che culminano con l’apertura, l'11 dicembre, di un polo museale e scientifico sulla biodiversità in via Archirafi, il Biodiversity Gateway: una struttura permanente, la principale in Italia insieme con quella di Venezia, dedicata allo studio e alla promozione della biodiversità nell’ambito di un grande progetto finanziato dal PNRR, il National Biodiversity Future Centre (NFBC) che vede in campo duemila ricercatori.

L’Università di Palermo e il CNR, in collaborazione con la Fondazione "Le Vie dei Tesori", celebrano Palermo come culla e capitale della biodiversità, il luogo dove è nata nel 1959 grazie all’ecologo George Hutchinson che la teorizzò per la prima volta osservando la convivenza di insetti nello stagno di Santa Rosalia su Monte Pellegrino. Lo studioso ne scrisse in un celebre articolo scientifico dove propose di fare di Santa Rosalia la patrona non solo di Palermo ma della biodiversità.

«Apriamo oggi un lungo percorso che culminerà con l’apertura del Gateway: questo è un festival che introduce il meccanismo della biodiversità, parola che dovrebbe essere insegnata già ai bambini. Spiegheremo perché è importante conoscerla e assecondarla, per costruire il futuro dei nostri figli», ha spiegato il Rettore Massimo Midiri presentando il festival e mostrando anche una preziosissima edizione de "I discorsi" di Pietro Andrea Mattioli, vera "bibbia" medico botanica cinquecentesca acquistata di recente dall’Orto.

«Sono progetti che coinvolgono ricercatori da tutto il mondo: i Gateway con le porte aperte a tutti, prima quello di Palermo e poi Venezia, sono centri in cui si studia il futuro del Paese e si progetta un mondo migliore» spiega Mario Sprovieri, direttore dell’Istituto Scienze marine del CNR, intervenuto alla presentazione al fianco dell’assessore comunale alle Politiche sociali, Mimma Calabrò; di Maria Giovanna Parisi, docente del dipartimento della Terra e del Mare e delegata del Rettore per le attività di internazionalizzazione; di Fabrizio Vitale, medico virologo e direttore del CreNaL, dipartimento dell’Istituto Zooprofilattico.

Monte Pellegrino, con il suo straordinario ecosistema intorno, è il protagonista dell’immagine del Festival della Biodiversità che, in collaborazione con la Fondazione "Le Vie dei Tesori", parte a Palermo sabato 8 novembre – penultimo weekend del Festival Le Vie dei Tesori che curerà tutte le attività - per concludersi il 13 dicembre, dopo l’inaugurazione del Biodiversity Gateway di via Archirafi, in un edificio che fronteggia gli antichi istituti scientifici nati all’inizio del Novecento intorno all’Orto Botanico.

Qui, grazie a esperienze immersive e multimediali, si potrà viaggiare tra le meraviglie del pianeta, dai fondali del mare alle piante. Per un mese tutta la città diventa un museo diffuso con esperienze dedicate ai quattro elementi di Empedocle – acqua, aria, terra e fuoco – e il coinvolgimento di oltre trenta fra accademici, studiosi, esperti che celebrano con i visitatori la biodiversità: che non significa soltanto bellezza della natura, ma coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali, creando un equilibrio grazie alle reciproche relazioni.

Dieci sono i luoghi della biodiversità protagonisti del progetto a Palermo, nei prossimi due weekend di novembre (8-9 novembre e 14-15-16 novembre), a comporre una mappa diffusa della biodiversità, dove è centrale l’Orto Botanico dell’Università di Palermo, lo straordinario museo vivente con oltre 3.500 individui e serre per quasi 1.500 metri quadrati che quest’anno compie 230 anni.

«Questo è il cuore della biodiversità, necessario partire da qui. Pensate come una pianta si adatta all’ambiente, è una lezione di vita che va avanti da millenni. Lo scopriremo con visite guidate, laboratori e, perché no, anche essenze e profumi» interviene Michelangelo Gruttadauria, presidente di UniPa Heritage (Sistema museale dell’Ateneo di Palermo).

Proprio per festeggiare i primi 230 anni dell’Orto Botanico di Palermo, ecco due sorprese: l’apertura per la prima volta, con il direttore Rosario Schicchi, del Semenzaio dell’Orto Botanico, il luogo dove i semi vengono raccolti, catalogati e conservati, un vero scrigno di biodiversità. Qui ogni visitatore riceverà in dono un seme prezioso avvolto nella “bustina” di carta piegata a mano usata dai catalogatori.

«Questo è un posto magico, da qui tutto ha preso vita: capiremo l’importanza dei semi, veri progetti di vita. La nostra è una Terra biodiversa, dobbiamo rispettarla. Nella bustina i visitatori troveranno un seme dell’Orto, che è un piccolo progetto di vita. Sta alla sensibilità di ognuno, trasformare un seme in una pianta», dice il direttore dell’Orto, Rosario Schicchi.

E l’apertura al pubblico di Botanica Meraviglia, che sembra il laboratorio di un alchimista di secoli fa, e invece è il luogo dove sarà lo stesso Gruttadauria, nelle sue vesti accademiche di chimico, a estrarre i profumatissimi oli essenziali da petali, fiori o foglie dell’Orto: clementine, mirto, arancio dolce, pompelmo, cipresso, abete, che i visitatori potranno annusare e portare a casa su un tester.

E poi ancora, sempre all’Orto Botanico, esperienze speciali cercando i volatili con lo sguardo al cielo o aggirandosi tra palme e cicadee, le piante più antiche, nate trecento milioni di anni fa, al tempo dei dinosauri. Inoltre sarà possibile entrare con una visita dedicata nella Sala Tineo e viaggiare indietro nel tempo, fino all’origine della vita, con l’installazione multimediale realizzata da ODD Agency “Il Pianeta delle piante”.

L’Università aprirà con visite speciali anche il Museo di zoologia Doderlein con la sua straordinaria collezione di pesci che racconta un ecosistema scomparso in Sicilia, conservati con una tecnica rimasta segreta, e il Museo geologico Gemmellaro per parlare di vulcani a partire dai reperti eccezionali che il Museo possiede dell’Isola Ferdinandea, emersa nel Mar di Sicilia nel 1831, di fronte a Sciacca, e scomparsa sotto il livello del mare pochi mesi dopo, lasciando in dono tonnellate di corallo; Villa Castelnuovo, primo Istituto agrario d’Europa; Fondo Micciulla con il suo viaggio nelle viscere della città. Poi il Parco della Favorita da un lato e la Favarella a Ciaculli dall’altro per chiudere con l’Ecomuseo del Mare Memoria Viva.

Apre anche eccezionalmente, con quattro diversi percorsi, l’Istituto zooprofilattico, una vera cittadella biomedica animale e vegetale, dove i tecnici spiegheranno il loro lavoro fortemente legato alle mutazioni, alle malattie virali degli animali, ma soprattutto alla loro salvaguardia. Si capirà cos’è una BioBanca o come si ricostruisce il carapace di una tartaruga ferita o ancora quali virus possono passare dagli animali all’uomo e viceversa.

Previste anche una ventina di esperienze da non perdere, tra fondali, vette, profumi, (prenotazioni sul sito www.leviedeitesori.com) tutte legate ai quattro elementi primari, condotte da professori universitari, specialisti, esperti. L’elemento "aria" porterà alla scoperta dei fenicotteri rosa del Parco d’Orleans e alla riserva naturale orientata di Monte Pellegrino.

La sezione "acqua" consente di salire a bordo della barca "Borzì" ancorata al Molo trapezoidale e nel laboratorio per il monitoraggio degli ambienti marini con i robot subacquei; tra sentieri e fondali a Capo Gallo, nelle pirrere della Favarella, nell’antico tempio dell’acqua del fiume Gabriele; e alla scoperta delle antiche pratiche agricole della Conca d’Oro.

Per esplorare l’elemento “fuoco”, si salirà a Monte Pellegrino e a San Martino delle Scale, ma anche al convento di Santa Maria del Gesù, dove il cipresso che ha cinquecento anni – la leggenda vuole sia sorto dal bastone di San Benedetto – è sopravvissuto all’incendio devastante che ha aggredito il convento nel luglio 2023 anche grazie alle cure dei cittadini del quartiere.

Le esperienze della sezione “terra” non potevano che partire dal famoso Gorgo Santa Rosalia dove nel 1959 George Evelyn Hutchinson teorizzò la biodivesrità; poi si proseguirà andando a fare visita al famoso ulivo millenario, il Patriarca della Favorita, dove si parlerà anche degli agrumi tanto amati da letterati e pittori, visto che sono rappresentati anche sulle tele dei paesaggisti alla Gam, che sarà pure luogo di un’esperienza; una tappa si farà anche a Villa Trabia, il grande giardino storico della città.

Nel secondo fine settimana (14 - 16 novembre) anche cinque esperienze di cibo biodiverso per scoprire cosa nasce dalla terra e dal mare (ma anche dalle api) e arriva poi in tavola. Si andrà con Luisa Tesoriere, del dipartimento di Scienze e Tecnologie biologiche chimiche, a scoprire il miele di ape nera sicula salvata da Carlo Amodeo e oggi prodotto nella sua azienda di Termini Imerese.

Con Paolo Inglese, professore di Coltivazioni arboree, eccoci tra i mandarini tardivi di Ciaculli, vero simbolo di resilienza contro il cemento, e nel museo-laboratorio creato da Arturo Morettino, “mecenate” del caffè. Con l’ecologa marina Maria Cristina Mangano si scopriranno gli infiniti segreti del cosiddetto pesce povero raggiungendo la Blue Ocean di Casteldaccia; per poi contare con Vittorio Farina, professore di Orticoltura tropicale, le diverse varietà di mango, papaya, avocado che crescono poco lontano dal fiume Oreto.

A dicembre un nuovo capitolo del Festival, dal 10 al 13 dicembre, per "abbracciare" l’inaugurazione del Gateway.

Il 10 dicembre al Real Teatro Santa Cecilia debutta Biosphera, spettacolo tratto da “Il Libro d’arte biodiverso” a cura di Elisabetta Di Stefano e Diego Mantoan, immagini di Laura Pitingaro, sulle note della Sinfonia borgesiana di Giacomo Cuticchio. E il 12 e 13 dicembre i bambini e i ragazzi delle scuole potranno trasformarsi sia in mini-biologi marini che in piccoli scienziati, sempre per studiare il pianeta, via terra e via acqua.

Il ricavato dei coupon del Festival Biodiversità sarà devoluto dalla Fondazione" Le Vie dei Tesori" al Fondo per i restauri, con cui ha realizzato finora tredici interventi in tutta la Sicilia con una particolare attenzione al paesaggio e all’ambiente, tra cui il restauro delle sfingi del Gymnasium e dello scheletro del leone storico dell’Orto Botanico
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