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Palermo "torna" ad avere il suo Parco Cassarà: ma quello in via Basile resta chiuso

A quasi 10 anni dalla chiusura del Parco Cassarà, si prova a dare un nuovo spazio verde alla memoria del vicequestore. Ma che fine ha fatto il Parco di Via Basile?

  • 21 dicembre 2023

Il parco di "Villa Trabia" adesso intitolato a Cassarà

A quasi dieci anni dalla chiusura del Parco Ninni Cassarà, tra via Ernesto Basile e via Altofonte, un nuovo spazio verde di Palermo viene intitolato al vicequestore ucciso dalla mafia nel 1985.

Si tratta del parco urbano con ingresso da via Antonino Salinas, noto con il nome di Villa Trabia.

Lo ha deciso l'amministrazione comunale, che ha revocato l'intestazione del 2010 - dell'ormai ex - parco Cassarà, adiacente al CUS, chiuso dal 2014.

Il provvedimento, firmato dal sindaco Roberto Lagalla, è stato predisposto dall’assessore comunale al Verde Pietro Alongi. La Soprintendenza beni culturali e ambientale ha dato l’autorizzazione a condizione che venisse preservata la denominazione storica di «Villa Trabia alle Terre Rosse».

Che fine ha fatto l'ex Parco Cassarà
Il parco finora intitolato al vicequestore, si estende su una superficie complessiva di oltre 28 ettari, dal sito archeologico della "Fossa della Garofala" sino all'attuale circonvallazione.
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Inaugurato nel 2011, per tre anni ha giocato il ruolo di polmone verde dietro l'Ateneo. Poi nell'aprile del 2014 la chiusura e il sequestro della magistratura per la presenza di amianto e materiali inquinanti potenzialmente nocivi e non idonei alla fruizione del parco stesso.

Dopo i sigilli, la suddivisione in tre zone, in base alla gravità dell’inquinamento. Una verde, estesa circa 15 ettari e accessibile da corso Pisani; una rossa inibita al pubblico, che si trova dal lato di via Ernesto Basile; e una gialla, intermedia fra le due.

Da lì l'inizio di un calvario che non ha mai visto la parola fine.

Nella zona verde si è proceduto in diverse fasi alla rimozione manuale e meccanica dei materiali inquinanti. Ma l'intervento non è bastato nemmeno a una riapertura parziale del parco.

Nel febbraio 2022, si era ipotizzato il ricorso ai fondi del "Geobonus", per il recupero dell'area.

Una misura ideata dal senatore della Lega, vice presidente della Commissione Bicamerale Ecoreati, Luca Briziarelli. Chiamato in causa dai giovani della Lega di Palermo, il senatore si era detto ottimista, supportando l'iniziativa che avrebbe segnato un punto di partenza nell'iter di bonifica e riapertura del parco.

Il senatore aveva addirittura ipotizzato dei tempi: «Sarei felice di poter presentare un cronoprogramma di massima il 6 agosto - aveva detto Briziarelli in un'intervista a Balarm - in occasione della commemorazione della morte del commissario Cassarà e inaugurare il parco prima del 40esimo anniversario».

La strada poi è stata resa impraticabile da impedimenti burocratici.

Ad ottobre si è riaccesa la speranza. Con determina 11680 del 4 ottobre 2023, il dirigente del settore ambiente Ferdinando Ania ha stabilito l'affidamento dell'incarico per la redazione di un piano di caratterizzazione.

La redazione del piano, grazie ai controlli che saranno effettuati all’interno del parco Cassarà, permetterà di ricostruire i fenomeni ambientali che hanno condizionato l'area verde, al fine di avere un quadro chiaro che permetta di programmare i futuri interventi di bonifica e di messa in sicurezza. Fatto atteso da oltre nove anni e mezzo.

Ad aggiudicarsi l’appalto è stata la PH3 Engineering, con sede a Messina. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 40.000 euro.

Solo così si potranno capire i margini di riapertura della struttura, ad oggi rimasta l'ennesima occasione persa per Palermo e i palermitani.

Intanto la famiglia del vicequestore ha continuato a chiedere la rimozione della targa. Ad agosto la vedova Cassarà ha inviato una lettera al sindaco, e per conoscenza anche al questore e al prefetto.

«Signor sindaco, dobbiamo, nostro malgrado, rappresentarle, che per la nostra famiglia non è più sostenibile che il parco, che porta il nome di Ninni Cassarà, possa rimanere chiuso per così tanto tempo.

Sono passati quasi dieci anni e nonostante le assicurazioni ricevute ed i tanti inutili proclami sui tempi e gli interventi di bonifica, necessari a renderlo nuovamente fruibile, ad oggi, il parco è ancora chiuso e non si intravede una soluzione a breve.

La preghiamo, pertanto, di volere disporre la rimozione della targa, che potrà essere nuovamente ricollocata, non appena il parco tornerà ad essere "vivo". Non riteniamo più tollerabile che un luogo di così grave abbandono e degrado, possa portare il nome di Ninni Cassarà, un uomo che ha dato la vita per il riscatto di questa città e questo, tutto sembra, tranne che un esempio di riscatto».

Lagalla aveva rassicurato la famiglia, spiegando che «Sul Parco Cassarà, il Comune sta rispettando una tabella di marcia già fissata. Sono state individuate le risorse ed è stata bandita e aggiudicata la gara per l’esecuzione del piano di caratterizzazione dei suoli».

Quattro mesi dopo il cambio di rotta e la decisione di rimuovere la targa. Ma l'intenzione del Comune è lavorare per un'apertura del polmone verde dietro l'Ateneo.

L'assessore al Verde, Pietro Alongi rassicura: «Pur essendomi insediato solo da 25 giorni mi sono già mosso per capire lo stato dell'arte e individuare un percorso affinché il parco, dopo tanti anni dalla sua chiusura, possa tornare a splendere ed essere fruibile dai cittadini.

In questo momento non sono nelle condizioni di dire quali sono i tempi ma sicuramente lavoreremo alecremente affinché non ci siano rallentamenti all'apertura del parco».
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