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Tra panorami mozzafiato, natura e aria pura: ti trovi nel borgo più alto della Sicilia

Venne costruito da schiavi e prigionieri di guerra adibiti al taglio e al trasporto di fusti in legno. Questo borgo è anche uno dei meno popolosi dell'Isola

Balarm
La redazione
  • 22 gennaio 2024

Panorama di Floresta

Il suo nome lo deve alla foresta di alberi di alto fusto dalla quale i romani ricavavano il legname utile alla costruzione di navi da guerra e trasporto.

Tra i Monti Nebrodi, in provincia di Messina, sorge Floresta. Oltre a essere uno dei borghi meno abitati in Sicilia, vanta d'essere, con i suoi 1275 metri sopra il livello del mare, il comune più alto dell'Isola.

Nonostante a Floresta vivano solo 469 anime, questo borgo ha una delle giunte comunali più giovani dell'Isola. Il sindaco ha solo 31 anni e 8 assessori hanno un'età compresa tra i 27 e i 25 anni.

Il borgo offre le bellezze di una natura incontaminata, paesaggi mozzafiato e aria salubre. Inserito nel territorio del parco dei Nebrodi, Floresta lambisce il Parco Fluviale del fiume Alcantara da cui sgorga la sorgente.

Vista la vicinanza con la costa tirrenica dell'Isola, pare che questo borgo, nell'antichità, ve nisse utilizzato dai romani quale rifornimento di legname per le loro navi. Si presume, che questo lavoro venisse svolto da prigionieri di guerra e schiavi i quali, molto probabilmente, crearono il primo insediamento di Floresta.
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I primi florestani furono proprio gli schiavi adibiti al taglio e al trasporto dei fusti, si pensa che un apposito edificio li ospitasse assieme ai loro carcerieri.

Questo primordiale insediamento sarebbe poi stato abbandonato nei secoli del medioevo, per via delle difficoltà di comunicazione ed approvvigionamenti nei periodi invernali, solitamente innevati.

All'inizio del XIV secolo, il sito fu inglobato nei domini di Federico d’Aragona e diventò feudo.

Per successioni varie e per atti dotali nei secoli successivi, il feudo pervenne al nobile spagnolo Antonio Quintanas Duegna, passò poi agli Ardoino, ai Moncada d'Alcontres ed infine agli Stagno d'Alcontres, che lo tennero fino all'abolizione dei privilegi feudali, sancita dalla nuova costituzione borbonica nel 1812.

Durante l’età feudale il territorio fu sfruttato in modo intensivo per la produzione cerealicola, indicativa a tal proposito la presenza di mulini ad acqua in prossimità dei corsi d’acqua. Nel 1820 la piccola comunità diventò Comune, e il sito si dotò di un impianto urbano vero e proprio, sviluppato attorno alla chiesa madre di Sant’Anna e alle vie Vittorio Emanuele e Via Umberto I.

L’allevamento dei bovini è il mestiere più antico praticato a Floresta, ancora oggi una delle attività economiche prevalenti.In questo territorio si producono formaggi, in particolare ricotta fresca, stagionata, infornata, e la nota provola florestana.

Di forma ovoidale, questo formaggio ha una crosta liscia e lucida, di colore giallo paglierino e il peso di ogni forma è di 1,2-1,4 chilogrammi. Formaggio da tavola molto apprezzato, è utilizzato anche come ingrediente per piatti tipici della gastronomia siciliana. Dal sapore dolce se giovane, piccante se stagionato.
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