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Parigi, l'esplosione e i sogni infranti: Angela, la ballerina trapanese che lotta per la felicità

Rimase gravemente ferita il 12 gennaio 2019. Nell'esplosione morirono quattro persone. Ancora non è stato dato il via ad alcun processo. Ma Angela nonostante tutto vive e trasmette amore

Jana Cardinale
Giornalista
  • 6 novembre 2021

Angela vive d’amore. Sente l’amore, lo trasmette, lo conserva. Nonostante tutto. È per questo che quando si racconta, incitando ad onorare la vita sempre e comunque, riceve applausi, ammirazione, infinita solidarietà.

Angela Grignano ha 27 anni, è trapanese, ed è rimasta gravemente ferita durante l’esplosione a Parigi del 12 gennaio 2019, per cui ha subito otto operazioni alla gamba destra, quella stessa che non le dà tregua da due anni, assieme alla richiesta di risarcimento danni ancora in sospeso. Quell’esplosione causò la morte di quattro persone e il ferimento di altre quarantasette nel quartiere dell'Opéra, mentre lei stava lavorando in un hotel della zona.

In Francia era arrivata da un mese inseguendo il suo sogno nel cassetto: diventare una ballerina. Per mantenersi aveva trovato lavoro come cameriera. Da quel giorno, però, la sua vita è cambiata del tutto, e nonostante sia drammaticamente mutata, non viene ancora riconosciuta come vittima di quella terribile esplosione.
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È viva per miracolo, è arrabbiata, ma piena di speranza, di progetti, di entusiasmo da condividere. Angela è sempre un fiume in piena e scopre ogni giorno nuove passioni, come quella di andare a cavallo, grazie alla quale riassapora quella sensazione che provava quando correva. Il giorno dell'esplosione lo ricorda molto bene. La sveglia presto al mattino per preparare e servire la colazione agli ospiti dell'hotel parigino che si trovava in rue de Trevise; poi il camion dei pompieri che si ferma all'ingresso di una boulangerie adiacente, il forte odore di gas, la mano sul volto per proteggersi istintivamente e l'improvviso boato.

Tre giorni in coma prima di risvegliarsi senza più l'uso della gamba sinistra che i medici volevano amputare ma che, miracolosamente, sono riusciti a salvare. Angela Grignano è tornata a vivere nella sua Trapani – che ha seguito la sua vicenda e si è riunita in un lungo abbraccio per sostenerla nella commozione e nella fede della sua famiglia - e otto interventi chirurgici e una lunga riabilitazione non sono ancora bastati per tornare a camminare come prima.

Dopo l’incidente un’iniziativa lanciata da uno dei suoi fratelli, ha permesso di raccogliere nel giro di 17 ore circa 6500 dollari su un target finale di 10 mila su una piattaforma online. Oggi c’è una nuova normalità che prende corpo proprio nella sua città natale, che non dimentica un solo giorno di dimostrarle stima, e riconoscenza, per quella vitalità desueta che fa tanto bene a tutti. «Ho ricevuto tante proposte e ci sono dei progetti che mi riempiono la vita – dice - . Sono stata chiamata per essere la coordinatrice provinciale dei giovani delle ACLI e mi sento piena di risorse, perché si sta scardinando l’immagine di me legata solo all’incidente.

Si aprono delle occasioni, sia lavorative che con risvolti nel sociale, legati sempre alla mia storia. Io amo i giovani e sono felice di poterli spronare a fare di più. Ho fatto dei giri nelle scuole per portare la mia testimonianza. Sono stata al Liceo Artistico, in diverse quinte prima dell’esame di Stato per dare a tutti un in bocca al lupo prima dell’Università. Mi sembra un pensiero felice quello che i giovani possano vivere e lavorare nella loro Trapani, ma prima bisogna viaggiare, per capire quello che non va e che deve cambiare».

Angela ha da poco ricevuto una proposta per una collaborazione in una radio, che l’ha riempita di gioia. «Èstata casuale - hanno pensato a me, e devo dire che la radio è uno dei miei desideri di sempre. Sono laureata in Arte e Scienze dello Spettacolo, per cui l’idea mi rende felice. Ho ricevuto anche una proposta televisiva per un programma che dovrebbe riguardare i ragazzi, che sono il mio carburante. Ci sono tante altre belle cose che vorrei fare a Trapani, anche per aiutare le scuole di danza. Sono contenta perché la gente sta cominciando a vedere che Angela poteva fare tanto, e lo sta facendo».

Resta il problema alla gamba, che ha bisogno della nona operazione, per intervenire sul piede e in particolare la caviglia, che non è messa bene e necessita di interventi mirati. «Sto cercando dei chirurghi che accettino quest’incarico – aggiunge – che mi dicano: “Va bene, proviamo”, ma so che è un intervento rischioso e difficile. Che per me, però, si deve fare. È il nono e so che non sarà neanche l’ultimo. Ogni volta bisogna ricominciare da capo. E poi ci vorranno almeno sei mesi di recupero».

Il dolore più grande è legato sempre alla Francia, dove ancora non è stato dato il via ad alcun processo, e le vittime di quell’esplosione non sono state indennizzate e continuano a lottare per la loro dignità.

«Non sappiamo a chi dare la colpa. Che al momento è del Comune di Parigi. Io so solo che mi è stata cambiata la vita, anche rovinata, ma voglio ricominciare a viverla davvero. Il 12 novembre ripartirò per la Francia – dice – per partecipare a una manifestazione che si svolgerà giorno 15, quando i due medici italiani che mi hanno seguita riceveranno un’onorificenza dall’Ambasciata per quello che hanno fatto per me. Si tratta di un dottore del Consolato e di un medico che in Francia ha istituito un’associazione di medici italiani. Mi sono ritrovata loro due quando sono stata così male».

Ricorda il passato ma non spegne il suo ardore sul futuro, e di messaggi di vera passione per la vita ne lancia sempre tanti, come ha fatto davanti a una platea attenta ed emozionata, lo scorso anno a Marsala, ospite della manifestazione “L’Arte è fimmina”, di cui era una delle protagoniste. E su Trapani dice: “A me interessa che si sappia che il mio amore per Trapani non è nato dopo l’incidente, perché la mia città, nei miei sogni, c’è sempre stata: Trapani era nella mia tesi di laurea”.
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