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Qui ci trovi (anche) una Cappella Palatina: il borgo in Sicilia meta ideale per l'inverno

Nascosto dietro il suo imponente Castello, c'è un borgo felice, dove il tempo sembra essersi fermato tra asini-spazzini, panettoni e circoli pieni di anziani

  • 6 dicembre 2023

Castelbuono

Meta ideale per le domeniche d'inverno, questo borgo medioevale in provincia di Palermo incanta i suoi visitatori con i suoi vicoli, le piazzette e i cortili del centro storico, dov'è facile perdersi mangiando del soffice panettone alla manna con in mano un calice di vin brulé.

Tutt'attorno le colline coperte di frassini si confrontano con le montagne innevate e la vegetazione mediterranea si fonde con faggete senza fine.

A due passi da Cefalù, salendo verso i monti Madoniti, nascosto dietro il suo imponente Castello, sorge il borgo medioevale di Castelbuono.

Una bolla felice, dove il tempo sembra essersi fermato tra circoli pieni di anziani e asini che raccolgono i rifiuti.

Oltre alla magica atmosfera propria del borgo, a sorprendere il visitatore è l'imponente Castello a pianta quadrangolare che fu dei Ventimiglia con annessa cappella Palatina, detta la Cappella di Sant’Anna, decorata dal raffinatissimo scultore siciliano Giuseppe Serpotta.
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In piazza Margherita, luogo del passio (passeggio) cittadino, si può degustare - anche fuori stagione - il panettone e la manna, una sostanza zuccherina che sgorga dal tronco del frassino.

Insieme alla limitrofa Pollina, questo è uno dei pochi paesi al mondo rimasti a coltivarla facendo rivivere ancora un antico mestiere, quello del coltivatore di frassino.

Dal XIV secolo la storia di Castelbuono è indissolubilmente intrecciata a quella della Contea di Geraci e della famiglia Ventimiglia. Sotto il loro governo culturalmente “illuminato”, il centro ha conosciuto attraverso i secoli una progressiva crescita.

Nel sec. XVI gli viene riconosciuto il titolo di "Capitale dello Stato dei Ventimiglia" formato da oltre venti terre e molti feudi. Di tutto questo resta oggi memoria nel Castello dei Ventimiglia, nato nel 1316 per volere del conte Francesco I.

Sulla centrale piazza Margherita, ornata al centro da una fontana cinquecentesca, si trova la Chiesa Matrice Vecchia, risalente al XIV secolo. Nella sua architettura si fondono tre stili: romano-gotico, catalano e composito-chiaramontano.

All'interno della Matrice, nella cappella del Santissimo Sacramento è custodito il ciborio – alto più di quattro metri e largo due – attribuito a Giorgio da Milano del 1493, uno dei tabernacoli marmorei più interessanti delle Madonie.

Dalla piazza Margherita si stacca la via Sant'Anna che, attraverso un passaggio, sottolineato da un portale ligneo in stile gotico del 1316, raggiunge l'imponente Castello che sorge di fronte, in cima a due grandi e suggestive gradinate.

Il castello dei Ventimiglia
Il castello sorge su un antico casale bizantino dal nome Ypsigro, che la famiglia Ventimiglia usò come base per costruire la sua dimora. L'edificio attuale è il risultato di numerosi rifacimenti, che rendono difficile la ricostruzione del suo originario aspetto.

Nonostante i danni subiti, conserva la compattezza e i caratteri di “maniero medievale” a pianta regolare con torri squadrate angolari.

La struttura racchiude tutti gli stili architettonici che hanno caratterizzato la Sicilia, simboli delle tante dominazioni che si sono susseguite sull’isola: la base cubica richiama lo stile arabo, le torri angolari adiacenti riprendono lo stile normanno, mentre la torre rotonda ricorda le costruzioni militari sveve.

Vista la sua posizione sopraelevata dal livello del mare, si pensa che inizialmente venisse usata come fortezza per poter scorgere gli attacchi via mare dei nemici e così bloccarli per tempo.

L'interno è naturalmente degno della nobiltà che vi risiedeva, e si presenta suddiviso in tutta una serie di eleganti sale rivestite di stucchi.

Nel 1400 venne costruita la Cappella Palatina, dove su richiesta di Giovanni Ventimiglia vennero conservate le reliquie del teschio di Sant’Anna, che divenne poi la patrona del borgo.

Le reliquie sono conservate tutt’oggi nella Cappella del Castello, all'interno di un'urna a forma di busto, costruita appositamente, che viene esposta ai visitatori soltanto durante il giorno in cui si celebra Sant’Anna.

La Cappella del Castello, grazie a Francesco Rodrigo Ventimiglia, si abbellirà ulteriormente, diventando un simbolo dell’arte barocca. A occupasi dei meravigliosi rivestimenti interni Giuseppe e Giovanni Serpotta.

Nel 1920 il castello rischiò di essere venduto, ma grazie ad una raccolta fondi organizzata dai cittadini, venne acquistato dal comune di Castelbuono e negli anni successivi trasformato in un Museo Civico. Nel 1988 fu anche set del film Premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.

Il museo, diretto da Laura Barreca, è costituito dalle sezioni permanenti urbanistica, archeologica, pinacoteca e arte Sacra. Durante l'anno ospita mostre temporanee di Arte Contemporanea e laboratori didattici dedicati a tutte le fasce d'età.

Cibo e tradizioni
L'artigianato a Castelbuono è ancora molto fiorente. Lavori in legno, ferro battuto, ricami, merletti e lavori in tessitura. Tra i prodotti tipici gastronomici quelli dolciari sono i più apprezzati, anche all'estero.

Si possono gustare colombe e uova pasquali decorate a mano, panettoni alla manna, prodotti di mandorla, biscotti di varie forme e tipologie ed un gustosissimo pane casereccio.

I vini sono le sentinelle dei luoghi, delle tradizioni, testimoni di una cultura e di quella simbiosi tra il contadino e la sua terra e proprio a Castelbuono che si trova una delle cantine più pregiate di Sicilia, all'interno di una vecchia Abbazia.

La Festa della Patrona Sant'Anna il 27 luglio è una delle maggiori manifestazioni del paese insieme all'Arruccata di li Ventimiglia, una rappresentazione in costumi d'epoca che attraverso un corteo, recitando, rievoca i momenti fondamentali della storia di Castelbuono.

Cozzo Luminario e Piano Pomo
Dopo aver visitato il borgo medioevale, e degustato le sue prelibatezze culinarie, rimane d'obbligo una passeggiata tra le montagne delle Madonie.

Nel silenzio dei boschi il tempo si annulla, gli spazi si ritraggono e un rapporto interiore, quasi meditativo, si espande al contatto con la natura tra i sentieri di montagna di cozzo Luminario.

A Piano Pomo oltre agli agrifogli giganti, veri e propri monumenti della natura, si può osservare anche un rifugio costruito sul modello degli antichi ripari dei pastori.
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