ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

Qui la camomilla cresce tra le aride pietre: è la Sicilia che stupisce (anche) tra i crateri

È un vero prodigio vedere il nero del pietrame lavico coronato dai fiorellini bianchi raggruppati fra di loro e disposti a mazzetto. Luoghi che devi conoscere

Santo Forlì
Insegnante ed escursionista
  • 26 maggio 2025

L'Etna, i fiori e le ginestre

Domenica 18 maggio, con la guida ambientale Anja, siamo andati a fare un giro di perlustrazione, un sopralluogo ai crateri di Nord Est dell'Etna nel territorio di Linguaglossa.

Pertanto inizialmente abbiamo percorso in automobile il tragitto che da Catania ci avrebbe portato a Piano Provenzana. Così oltre a buttare un occhio alla guida e alla strada, abbiamo guardato il paesaggio circostante ingentilito dalla choma chiara dei faggi che si alternava con quella più scura dei pini.

Invece a bordo strada era un prodigio vedere il nero, aguzzo e disordinato pietrame lavico coronato da fiorellini bianchi raggruppati fra di loro e disposti a mazzetto. Era questa la camomilla dell'Etna.

Giunti a Piano Provenzana abbiamo parcheggiato l'auto ed iniziato il percorso a piedi per ardui sentieri. In certi tratti c'era un'esile striscia di sabbia fine, ma in altri bisognava scavalcare un ammasso disordinato di pietrame lavico in cui non c'era alcun punto di riferimento e bisognava o ricordarsi o affidarsi al Gps Forse un debole indizio poteva essere il colore delle pietre un po' meno scuro dove erano state già calpestate.

La giornata era però limpida e la visuale perfetta. Potevamo vedere tutta la chiostra dei monti dallo Ionio fino al mare Tirreno. Era chiaramente visibile adagiato sul monte Tauro l'abitato di Castelmola da un lato e la Rocca di Novara dall'altro che mi ricorda il mio paesello.

Abbandonato il boschetto di betulle, ci siamo inoltrati nel pieno del paesaggio vulcanico con ammassi disordinati di neri, porosi ed aguzzi pietrami, ma vicino c'erano anche morbidi pendii ricoperti di tappeti di astragalo, e degli spazi con i colori vivaci delle violette dell'Etna, anzi abbiamo rinvenuto come delle composizioni in cui si mischiavano fiorellini bianchi con altri viola.

Camminando siamo giunti alle Bottoniere, serie di coni vulcanici (o bocche eruttive) che si allineano lungo una fessura, formando un aspetto simile a una fila di bottoni; vengono intese pure col nome di Hornitos, piccoli fornelli in spagnolo. Avevamo superato il Piano delle Concazze ed eravamo giunti in vista del monte Pizzillo.

Proseguendo l'arido cammino fra l'impietrata lava abbiamo notato dei solchi profondi come l'argine di un fiume in cui sono passati i ruscelli di fuoco dell'eruzione del 1911. Fra tanto ruvido e aspro nerume c'era solo qualche parete verde e più levigata colonizzata dai licheni : prima forma di vita.

Cammin facendo siamo arrivati sotto il Monte Nero ed abbiamo visto l'ampia voragine, il grande cono del primo cratere gemello portandoci su un esile sentiero che lo sovrasta, poco più in là l'altro gemello perfettamente uguale. Essi si sono formati nell'eruzione sub sommitale del 2002.

È da notare che sia i crateri come pure gli hornitos rispettano alla perfezione la forma geometrica di cono con le loro pareti perfettamente lisce e levigate. Giunti in questo luogo abbiamo intrapreso un sentiero in discesa tortuoso all'inizio che ci avrebbe dovuto portare al punto di partenza.

Ancora un chilometro e abbiamo visto dall'alto il piano Provenzana: segno inequivocabile che oramai non potevamo smarrirci. Nel nostro percorso c'erano le betulle, anzi ne abbiamo trovato qualcuna col fusto grande, liscio e perfettamente in verticale, ideale per un abbraccio. L'ultima parte del sentiero non era più sinuosa, ma in verticale e in notevole pendenza.

Ma sull'Etna non c'è pericolo di ruzzolare perchè le scarpe affondano nella sabbia fine vulcanica e fanno presa. Così mentre nell'ascesa ci abbiamo impiegato delle ore facendo un percorso più lungo e anche a causa delle frequenti soste per meglio orientarci ed osservare, la discesa ci avrà occupato per mezzora. Complessivamente il percorso è di quattro chilometri.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI