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Racconta il mare di Pantelleria: il museo dell'isola porta il nome di Sebastiano Tusa

Il “Museo del Mare Sebastiano Tusa” si trova nella zona dell’Arenella, un’area di archeologia industriale tra il porto, Mursia e il Villaggio Sevi sull'isola di Pantelleria

Balarm
La redazione
  • 17 agosto 2020

Sebastiano Tusa

Il nuovo Museo del Mare di Pantelleria porta il nome di Sebastiano Tusa, l’archeologo, assessore dei Beni Culturali della Sicilia prematuramente scomparso, che a Pantelleria ha destinato numerosi studi e campagne di ricerca, siglando anche progetti di rilevanza internazionale.

Il “Museo del Mare Sebastiano Tusa” si trova nella zona dell’Arenella, un’area di archeologia industriale tra il porto, Mursia e il Villaggio Sevi. Il nuovo Museo, del quale il Comune di Pantelleria curerà la struttura architettonica, le soluzioni espositive e tecniche, si avvarrà della consulenza tecnico-scientifica della Soprintendenza del Mare che fornirà anche i reperti archeologici da esporre e il materiale documentario.
L’allestimento, che è in fase di definizione, prevede quattro Sezioni:

Pantelleria cuore del Mediterraneo con un video mapping che riproduce il microcosmo di Pantelleria, una sorta di macchina del tempo che fa rivivere con un video mapping i traffici dell’ossidiana, l’arrivo del popolo dei Sesi (necropoli e villaggi) le prime forme di antropizzazione dell’isola e degli sviluppi sociali architettonici, fino alla sua funzione centrale nel Mediterraneo con la dominazione romana. Le rotte e le colonizzazioni nell’Isola sono illustrate attraverso la voce narrante di Sebastiano Tusa, recuperata dagli innumerevoli filmati in possesso della SopMare.
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La nave di Scauri che conterrà la ricostruzione dell’immagine della nave, la carta geografica con indicazione delle rotte e la rappresentazione dello stivaggio della Pantellerian Ware e dei corredi di bordo.

Gli itinerari subacquei con le aratteristiche morfologiche delle coste di Pantelleria con indicazione degli antichi porti e approdi e illustrazione dettagliata dei sette itinerari sommersi oggi visitabili e infine la cultura del mare con il gozzo pantesco.

La cerimonia di intitolazione si è svolta alla presenza dell’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, della Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni vedova del professore Tusa, del figlio di Sebastiano, Andrea Tusa e di Vincenzo Campo, sindaco del Comune di Pantelleria, cui il Museo appartiene.

«Apprezzo - sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci - l'iniziativa del Comune in omaggio a Sebastiano Tusa che avevo chiamato, da tecnico, all'interno del mio governo per la rara competenza acquisita in materia di beni culturali. L'amore e l'interesse che nutriva per l'isola di Pantelleria vengono oggi ricompensati da un'iniziativa di grande significato morale».

«Intitolando il Museo del Mare di Pantelleria a Sebastiano Tusa – dice l’assessore Samonà – il Governo regionale rende onore all’uomo e all’archeologo che a Pantelleria, terra che amava e a cui ha dedicato significativa parte della sua attività, ha legato campagne di ricerca, studi e progetti internazionali all’avanguardia. È anche un modo per trasmettere alle generazioni future un patrimonio identitario che è fatto di amore per la nostra terra, di memoria, di passione spinta talvolta oltre i limiti della razionalità in imprese di ricerca apparentemente visionarie.

Sebastiano Tusa ha creduto molto nel Museo del Mare di Pantelleria e ne ha studiato con attenzione – evidenzia Alberto Samonà - contenuti, percorsi, codice narrativo. Il museo sarà vivo e interattivo riservando ai visitatori il privilegio di ascoltare la storia dell’Isola, attraverso un video in cui è lo stesso Sebastiano Tusa a narrarla; un modo di trasmettere la memoria dei luoghi che rende attuale e palpabile quella tensione ideale e quella passione che abbiamo il dovere di conservare e testimoniare».

«Sebastiano ha dedicato a Pantelleria e al Museo del Mare – dice Valeria Li Vigni – una passione e un impegno che andavano oltre l’attività di Soprintendente e di archeologo; amava Pantelleria riamato dalla sua gente. Il Museo ha la sua impronta e racconta l’Isola così come lui la vedeva: il cuore pulsante del Mediterraneo, l’Isola nell’Isola».


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