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Se a Palermo esci la sera lo devi conoscere: il numero di telefono contro la mala movida

Dopo la tragedia di Monreale, a Palermo arriva il progetto "Sana Movida" per garantire più sicurezza nei luoghi del divertimento frequentati dai giovani

  • 10 maggio 2025

Movida in piazza Caracciolo, Vucciria (foto di Visit Palermo)

"Stop alla mala movida a Palermo". È il grido di tanti che vogliono continuare a divertirsi e a vivere il sabato sera in compagnia dei propri amici. Senza timori di sparatorie o risse. Lo si chiede a gran voce e piccoli segnali (già annunciati), finalmente sembrano arrivare. Entra, ancora più nel vivo, il progetto "Sana Movida". Per stare dalla parte di un divertimento sano.

L'obiettivo, infatti, è quello di sensibilizzare al rispetto del senso civico e alla convivenza tra i giovani che frequentano i luoghi cittadini di ritrovo notturno.

Si agirà, sul campo, nei posti maggiormente frequentati con azioni di ascolto, dialogo, ma anche con messaggi forti e chiari e installazioni itineranti. Il progetto ha previsto anche l'attivazione di un servizio telefonico (3802444901 attivo venerdì e sabato dalle ore 22.00 alle ore 3.00 del mattino) su segnalazione degli esercenti per “accompagnare” a casa i giovani in situazioni di disagio e di alterazione dovuta all’assunzione di alcol o sostanze stupefacenti, insieme alla realizzazione, pubblicazione e diffusione su piattaforme Instagram, Facebook e TikTok di video di sensibilizzazione per la promozione di una Sana Movida.

Nelle scorse ore, si è svolta, nella sala stampa Pietro Scaglione, a Palazzo Palagonia, la conferenza stampa di presentazione del progetto avviato dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Palermo lo scorso febbraio, in collaborazione con l’attore Stefano Piazza, il Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell'Esercizio Fisico e della Formazione (SPPEFF) dell'Università degli Studi di Palermo, l’Associazione "Redivivi".

Presenti, insieme all'assessore Fabrizio Ferrandelli, anche i docenti Gioacchino Lavanco e Stefano Ruggieri e i volontari del Dipartimento di Scienze psicologiche, gli operatori dell’associazione Redivivi e l'attore Stefano Piazza che ha raccolto la “voce della strada”.

I volontari dell’associazione “REDIVIVI” metteranno in atto una serie di azioni allo scopo di migliorare la sicurezza e la tranquillità dei giovani nei luoghi del tradizionale divertimento notturno che caratterizza la città di Palermo, attraverso operatori specializzati, allo scopo di promuovere e incentivare processi di socializzazione e sinergie positive per il territorio.

«Come già da qualche anno, siamo presenti sul territorio, soprattutto nel centro di Palermo, come unità di strada. Aiutiamo i clochard e chi vive per le vie della città. Diamo loro, se vogliono, un posto dove dormire, pasti caldi e coperte, insieme ad abbracci e consigli – racconta Roberto Cascio, presidente dell’associazione Redivivi -. Cerchiamo di dare loro una seconda possibilità di vita.

Si tratta, ovviamente, di tematiche delicate. Ci siamo messi in gioco e abbiamo messo in atto il nostro contributo: scendere in strada e supportare chi ha bisogno. Per esempio, la scorsa settimana, nella zona della Vucciria, due turisti si sono avvicinati a noi e ci hanno raccontato di avere subito il furto del cellulare. Abbiamo dato, allora, informazioni utili su quale fosse la stazione di polizia più vicina e offerto di accompagnarli con la nostra navetta».

In cantiere ci sono tanti progetti, servendosi anche dello strumento che avvicina e accomuna proprio tutti: la musica.

«Abbiamo in mente la realizzazione, in collaborazione con “I ragazzi della Vucciria”, di una canzone che parli di sana movida – prosegue Cascio -. Poi, è in costruzione, e siamo già a metà, una crash reality (letteralmente una realtà dopo l’impatto), un'installazione itinerante, che raffigura un’auto incidentata. Verrà posta nelle piazze maggiormente frequentate, previsa autorizzazione del Comune, per lanciare, forte e chiaro, il messaggio di non mettersi alla guida dopo avere bevuto alcol».

«Il progetto "Sana Movida" - ha dichiarato l'assessore Fabrizio Ferrandelli - alla luce dei fatti verificatisi a Monreale, assume un valore ancora più importante, a testimonianza della sensibilità mostrata da questa amministrazione nei confronti del tema.

L’intento dell’iniziativa non è quello di mettere in atto politiche repressive o di militarizzazione della città, né di volersi sostituire alle forze dell'ordine, ma di attivare una rete di "sorveglianza attiva" per fare in modo che in ambienti dove sono presenti una grande quantità di giovani che si riuniscono per divertirsi e socializzare non si possa passare in breve tempo a episodi come quelli tristemente noti dei giorni scorsi».

Nel progetto il Dipartimento SPPEFF, a seguito di un protocollo d’intesa con l’Assessorato, ha messo a disposizione le proprie competenze nel cercare di comprendere e delineare la natura di questo fenomeno.

«Non c’è una letteratura scientifica consolidata sul tema, e anche le strategie a livello internazionale sono le più disparate. La repressione è il metodo più utilizzato, ma anche il meno efficace - afferma il professor Stefano Ruggieri -. Il tentativo è quello di comprendere cosa sia effettivamente la mala movida, partendo dall’assunto che non è possibile darne una definizione univoca per ogni gruppo sociale, e indirizzarla verso una sana movida.

L’obiettivo sarà quello di cercare di analizzare se esiste una specificità di un “modello palermitano” o se questo è assimilabile a quanto accade in tutte le altre grandi città del mondo».
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