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Se si tornasse a scuola a ottobre: calendario e novità, in Sicilia "tagliati" 600 docenti

Nell'Isola si riparte il 15 settembre ma arriva la proposta di posticipare l'avvio delle lezioni. Festività e ponti, quando si andrà in vacanza. Polemiche sugli organici

Luca La Mantia
Giornalista
  • 22 agosto 2025

Il suono della prima campanella è già nei pensieri di studenti e prof. Il 15 settembre si tornerà tra i banchi in Sicilia, ma c'è chi chiede di posticipare l'avvio delle lezioni mentre si respira ancora il profumo del mare. La proposta è di partire a ottobre perché le temperature sono troppo alte e lo saranno anche fra un mese.

«Il nostro appello sull'impossibilità di tornare in classe a settembre non sembra trovare seguito», commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, associazione professionale e sindacale costituita nel 2009 da docenti e ricercatori in formazione.

«Ma noi non demordiamo - aggiunge -: bisogna rispettare salute e sicurezza di sette milioni di alunni e quasi un milione di docenti, e questo non è possibile quando si svolgono le lezioni a quasi 40 gradi centigradi».

Secondo Pacifico, il cambiamento climatico impone l'esigenza di mutare il calendario scolastico, «buon senso e lungimiranza ci dicono che l'avvio delle lezioni ad ottobre avrebbe numerosi effetti positivi, anche ai fini dell'apprendimento».

Eppure, a Bolzano il primo giorno di scuola è fissato per l'8 settembre, mentre in Trentino, Piemonte, Veneto e Valle d'Aosta appena due giorni dopo. In Friuli Venezia Giulia si tornerà tra i banchi l'11 settembre, in Lombardia il 12. In Sicilia la data ufficiale è il 15 settembre, così come nella maggior parte delle regioni.

Il calendario dell'anno scolastico 2025-2026 darà l'opportunità di sfruttare alcuni ponti (ma non troppi) per mini-vacanze. Ci sarà quello per l'Immacolata, l'8 dicembre, che cade di lunedì; il primo maggio 2026 che cade di venerdì; la Festa della Repubblica, il 2 giugno, che sarà di martedì, dunque molte scuole resteranno chiuse anche l'1 giugno.

Dai ponti alle "beffe" del calendario: alcune ricorrenze cadono infatti nel weekend. È il caso della festa di Tutti i santi di sabato 1 novembre o l'anniversario della Liberazione di sabato 25 aprile. La chiusura dell'anno scolastico sarà variabile da regione a regione e sarà compreso fra il 6 e il 10 giugno.

Quello che sta per cominciare sarà l'anno scolastico delle novità. Una delle più importanti riguarda l'utilizzo degli smartphone: il divieto, già in vigore nelle scuole d'infanzia, primaria e secondaria di primo grado, sarà esteso anche alle superiori, come stabilito da una circolare del ministero dell'Istruzione e del Merito.

Quali saranno le procedure? Gli studenti dovranno consegnare i propri cellulari all'ingresso o tenerli spenti e non accessibili durante l'orario scolastico, salvo deroghe legate a progetti didattici specifici.

Un altro cambiamento sarà la riforma dell'esame di maturità. Le prove scritte avranno una maggiore attenzione alle competenze trasversali e al problem solving, spazio anche a una prova nazionale unica per alcune discipline come italiano e matematica.

I licei scientifici, inoltre, potranno svolgere la seconda prova di matematica con modalità innovative, comprensive di quesiti di logica e comprensione del testo. Inoltre, l'alternanza scuola-lavoro conterà più di prima nella valutazione finale, così come il percorso di studi fatto negli ultimi tre anni.

E avrà sempre più valore anche il voto in condotta, fondamentale anche per l'ammissione all'esame di maturità. Gli studenti che otterranno un 6 dovranno scrivere un elaborato su temi di cittadinanza attiva da discutere durante il colloquio orale.

Tra le novità anche il taglio degli organici degli insegnanti. Da settembre, nelle scuole siciliane verranno meno 603 cattedre, su 5.667 posti che saranno eliminati in tutta Italia come previsto dalla legge di bilancio per il 2025.

Conseguenza inevitabile sarà l'aumento del precariato e meno chance per chi ambisce all'immissione in ruolo. I sindacati sono sul piede di guerra.

E si preannuncia una riduzione anche del personale Ata. In Sicilia, secondo quanto ha segnalato il sindacato Flc Cgil, saranno solo 404 le immissioni in ruolo a fronte di 1.404 posti disponibili. «Una copertura del 28,77%, ben al di sotto della media nazionale del 31,36% - si legge in una nota.
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