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Tre, due uno: a Palermo l'Amat approva il bilancio (e con esso il tram su via Libertà)

Dall'Università a Sferracavallo: forse cambia il modo di spostarsi dei palermitani (e dei turisti) ma resta la questione del bilancio. Settecento milioni di euro sono tanti

  • 7 novembre 2018

Il Tram su via Libertà a Palermo (rendering)

Con un progetto già finanziato, quello delle nuove sette linee tranviarie, sarebbe risultato difficile immaginare un bilancio aziendale che non contemplasse questa nuova opera.

L’Amat approva il suo bilancio e in esso la spesa di 700 milioni quale investimento per la realizzazione dei nuovi collegamenti che andranno a integrare il sistema tranviario già esistente.

I nuovi collegamenti, quelli almeno di cui si è parlato in fase di progettazione, interessano i seguenti quartieri:

Via Roma, Falsomiele – Bonagia, Università, Villa Tasca, Ospedale Civico, Villagio Santa Rosalia, via Libertà, Mondello - Sferracavallo, Porto.

E sono state dichiarate prioritarie le nuove tratte A (Balsamo – Croce Rossa), B (Notarbartolo – Duca della Verdura) e C (Calatafimi – Università – Orleans).

L’obiettivo dichiarato è quello di alzare notevolmente il numero dei quartieri intercettati dal percorso delle vetture e quindi incrementare il numero di passeggeri.
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È un investimento e come tale all’orizzonte si delineano opportunità e rischi lungo il cammino.

L’opportunità è chiaramente quella di definire capillarmente una maglia di binari lungo il tessuto urbano che connetta ulteriori parti di città al servizio pubblico, come la cittadella universitaria, lo stadio, viale Strasburgo e le altre.

Il rischio è, nemmeno a dirlo, il bilancio.

Non quello previsionale, dove si prevedono appunto costi e ricavi dell’esercizio che si andrà a svolgere nell’anno successivo, ma quello di rendiconto, dove effettivamente si documenta il rapporto tra queste due voci a valle di un servizio realmente svolto.

In parole povere, dove si verifica se le previsioni sono state rispettate o disattese, e dove si quantificano i ricavi o i debiti.

In questi primi anni, complice alcuni contenziosi anche con lo stesso Comune di Palermo, l’AMAT ha sofferto la gestione tranviaria, perchè in credito di fondi che dalla Regione sarebbero dovuti giungere nelle proprie casse, passando per Palazzo delle Aquile.

La Regione Siciliana infatti riconosce, o almeno dovrebbe, un costo per ogni km percorso dai mezzi del servizio pubblico. Soldi che spesso vengono erogati con notevoli ritardi, tanto da accumulare crediti milionari.

La diatriba tra Comune e Amat sembra che vada a risolversi in questi ultimi giorni e probabilmente solo all’interno di quegli uffici sono evidenti i problemi su questo rapporto economico che va avanti tra i due soggetti.

Il sindaco in tal senso ha quasi "intimato" l’azienda ad allinearsi alle proprie disposizioni e due giorni fa ha rilasciato la seguente dichiarazione sul sito del Comune.

«La decisione dei vertici dell'AMAT di far proprie le indicazioni venute dal sindaco per l'allineamento di crediti e debiti fra azienda e Comune è una importante scelta di squadra che testimonia la sintonia e la comunità di intenti per il rilancio del servizio pubblico a Palermo in un quadro chiaro».

«È importante - continuava - che a questa scelta istituzionale segua, con la collaborazione di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio Comunale, la adozione di un nuovo contratto di servizi che permetta anche un nuovo dialogo con la Regione che tenga conto della scelta fatta a Palermo per il trasporto su ferro».

Va ricordato che il presidente dell’azienda AMAT è individuato mediante nomina diretta da parte del sindaco.

Per questo motivo era improbabile che questo scontro andasse ancora avanti, anche per non pregiudicare ruoli e incarichi di professionisti che alla fine erano stati individuati da Orlando stesso.

Tuttavia, il problema del bilancio rimane fin quando anche la Regione non farà la sua parte, cioè pagare.

E poi c’è il capitolo relativo ai proventi derivati dall’esercizio del servizio tranviario: in questi primi anni si sono rincorsi tante voci e tanti numeri sulle presenze al di sopra delle vetture bianche.

Alcune linee, come ad esempio la numero 4, risultano monche nel tracciato e le estensioni previste nel nuovo progetto potrebbero stimolare un netto incremento della domanda di mobilità.

Il suo prolungamento da Calatafimi sino alla stazione Orleans consentirebbe di abbracciare tutta l’area universitaria e connetterla a Notarbartolo, collegamento oggi garantito soltanto dal Passante Ferroviario ma con frequenze quasi orarie e poche fermate intermedie.

Questo esempio per dire che la progettazione delle nuove linee, anche in termini di bilancio, potrebbe impattare positivamente sui conti perchè aumenterebbe l’offerta di trasporto al pubblico. ma occorrerà garantire nel tempo (non occasionalmente) anche i controlli a contrasto dei viaggiatori senza biglietto.

Il bilancio di un’azienda partecipata è materia complicata in cui non ci addentriamo, ma se si vogliono scongiurare situazioni come quelle che stiamo assistendo con il tram di Messina, servirà una progettazione amministrativa oculata e calcolata, che da una parte necessita dell’erogazione costante dei fondi della Regione Siciliana e del Comune, dall’altra un efficientamento del servizio, in cui ha un ruolo fondamentale l’istituzione del biglietto unico AMAT - Trenitalia.

Ad oggi è impensabile ipotizzare un sistema intermodale dovendo ricorrere a più titoli di viaggio.

Anche da queste operazioni potremo monitorare l’evoluzione o l’involuzione del trasporto pubblico a Palermo.
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