Un weekend "rovente" in Sicilia ma per gli incendi: le aree più colpite, cosa fare
Non c’è una singola provincia della Sicilia che non sia o non sia stata attraversata dal fuoco negli scorsi giorni. A spingere ulteriormente gli incendi il vento. La mappa

La settimana appena trascorsa è stata una delle più “roventi” dal punto di vista degli incendi di questa estate. Sebbene le temperature siano infatti scese di parecchio, rispetto alla bolla di calore che aveva la Sicilia e buona parte dell’Europa tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio, sono state decine gli interventi dei vigili del fuoco atti a spegnere i roghi.
Prima del week end erano stati 49 gli incendi che avevano colpito diverse regioni dell’isola, in particolare nella provincia di Agrigento, già colpita dalla siccità e dagli effetti nefasti dei roghi degli anni scorsi.
Domenica scorsa sono stati tuttavia segnalati altri 19 incendi, molti dei quali si sono espansi nel trapanese. Tra le aree colpite si possono menzionare Bivona, Caltabellotta, Cammarata, Sciacca, ma anche Belpasso e Bronte nel catanese, Caltagirone, Paternò, Misilmeri e Partinico nel palermitano, Alcamo in contrada Sasi, Mazara del Vallo e Castellammare del Golfo.
Quest’ultimo incendio ha seriamente preoccupato le autorità e i vigili del fuoco, poiché ha messo in pericolo il Bosco Scorace, che oltre a ricoprire i versanti del Monte Abbatello è la casa di decine di specie diverse, tra cui la poiana e il gheppio.
Colpita anche la zona archeologica di Morgantina, nei pressi di Piazza Armerina, una delle aree archeologiche più importanti della Sicilia centrale.
In breve, possiamo affermare che in questo momento non c’è una singola provincia della Sicilia che non sia o non sia stata attraversata dal fuoco negli scorsi giorni e a spingere ulteriormente gli incendi è stato il vento, che non ha fatto altro che alimentare le fiamme.
Per contrastare le fiamme sono stati impiegati anche diversi mezzi aerei, tra cui i canadair, oltre che squadre specializzate con i droni che avevano il compito di monitorare le campagne e i boschi ancora non percorse dal fuoco, per prevenire l’eventuale propagazione di altri roghi da parte di possibili piromani.
La situazione potrebbe ovviamente peggiorare da qui ai prossimi giorni, con l’innalzamento delle temperature prevista dai meteorologi. Il caldo può recare un danno anche alla nostra salute, soprattutto negli anziani e nei giovani.
Non è un caso se durante i mesi estivi aumentino i casi di infarto e di shock termico, provocati dai colpi di calore. Per allontanare il pericolo di finire in ospedale per colpa dell’eccessivo caldo, i medici consigliano di idratarsi a dovere e di non uscire nei momenti più caldi della giornata.
Per limitare il numero degli incendi, invece, si consiglia di segnalare qualsiasi fumo sospetto e in città di indicare agli operatori ecologici o alle forze dell’ordine la presenza di discariche abusive o di cumuli di spazzatura potenzialmente infiammabili.
Si ricorda infatti che negli anni scorsi un gran numero di interventi dei pompieri era rivolto allo spegnimento di piccoli roghi all’interno della città, in quei luoghi in cui semplici cittadini o piccoli criminali davano alle fiamme l’immondizia.
Prima del week end erano stati 49 gli incendi che avevano colpito diverse regioni dell’isola, in particolare nella provincia di Agrigento, già colpita dalla siccità e dagli effetti nefasti dei roghi degli anni scorsi.
Domenica scorsa sono stati tuttavia segnalati altri 19 incendi, molti dei quali si sono espansi nel trapanese. Tra le aree colpite si possono menzionare Bivona, Caltabellotta, Cammarata, Sciacca, ma anche Belpasso e Bronte nel catanese, Caltagirone, Paternò, Misilmeri e Partinico nel palermitano, Alcamo in contrada Sasi, Mazara del Vallo e Castellammare del Golfo.
Quest’ultimo incendio ha seriamente preoccupato le autorità e i vigili del fuoco, poiché ha messo in pericolo il Bosco Scorace, che oltre a ricoprire i versanti del Monte Abbatello è la casa di decine di specie diverse, tra cui la poiana e il gheppio.
Colpita anche la zona archeologica di Morgantina, nei pressi di Piazza Armerina, una delle aree archeologiche più importanti della Sicilia centrale.
In breve, possiamo affermare che in questo momento non c’è una singola provincia della Sicilia che non sia o non sia stata attraversata dal fuoco negli scorsi giorni e a spingere ulteriormente gli incendi è stato il vento, che non ha fatto altro che alimentare le fiamme.
Per contrastare le fiamme sono stati impiegati anche diversi mezzi aerei, tra cui i canadair, oltre che squadre specializzate con i droni che avevano il compito di monitorare le campagne e i boschi ancora non percorse dal fuoco, per prevenire l’eventuale propagazione di altri roghi da parte di possibili piromani.
La situazione potrebbe ovviamente peggiorare da qui ai prossimi giorni, con l’innalzamento delle temperature prevista dai meteorologi. Il caldo può recare un danno anche alla nostra salute, soprattutto negli anziani e nei giovani.
Non è un caso se durante i mesi estivi aumentino i casi di infarto e di shock termico, provocati dai colpi di calore. Per allontanare il pericolo di finire in ospedale per colpa dell’eccessivo caldo, i medici consigliano di idratarsi a dovere e di non uscire nei momenti più caldi della giornata.
Per limitare il numero degli incendi, invece, si consiglia di segnalare qualsiasi fumo sospetto e in città di indicare agli operatori ecologici o alle forze dell’ordine la presenza di discariche abusive o di cumuli di spazzatura potenzialmente infiammabili.
Si ricorda infatti che negli anni scorsi un gran numero di interventi dei pompieri era rivolto allo spegnimento di piccoli roghi all’interno della città, in quei luoghi in cui semplici cittadini o piccoli criminali davano alle fiamme l’immondizia.
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