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Una mappa di potenziali occasioni mancate: è la Palermo (aumentata) di Maurizio Carta

Il docente ordinario di Urbanistica all'Unipa regala ai lettori di Balarm un'anticipazione della sua ultima fatica scientifica che è anche un'intensa fatica letteraria

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 9 dicembre 2020

«Curare e scrivere una biografia progettuale di Palermo significa comporre un'immagine in movimento di una città in evoluzione che valorizza risorse e traiettorie già tracciate negli ultimi venti anni, che ha l’audacia di progettare un nuovo futuro che si svolgerà nei prossimi venti. È una sfida di conoscenza in azione e di azione nel pensante».

Sono queste le parole che Maurizio Carta, docente ordinario di Urbanistica presso Unipa, regala ai lettori di Balarm come anticipazione alla sua ultima fatica scientifica che è anche un'intensa fatica letteraria, estesa e corale. Parliamo di "Palermo. Biografia progettuale di una città aumentata" - LetteraVentidue Edizioni (in corso di stampa).

Una mappa, di potenziali e occasioni mancate, di slanci e visioni possibili, non più rimandabili in direzione dell'immagine di una città che non vuole più esser “calvinianamente” né invisibile né invivibile. Un libro pensato per la trasversalità degli
utenti, ed è qui, probabilmente, l'intuizione più suggestiva che l'autore pone in essere per mettere in crisi quel sistema ormai datato che vuole la diffusione della cultura per i pochi eletti appartenenti a cerchie ridotte e limitanti.
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Un richiamo alla consapevolezza e alla necessità che essa diventi la vera massa critica generatrice di valore, argine verso dilaganti forme di degrado urbano sempre più diffuso.

816 pagine dense, di schemi, diagrammi, fotografie, storie, Storia, ricerche individuali e collettive, scoperte e intuizioni frutto del lavoro programmato e condotto negli ultimi venti anni all'interno dei laboratori di cui Carta è stato lungimirante docente pienamente consapevole di quanto architettura, urbanistica, arte e design siano ingredienti concorrenti al medesimo fine e mai ostili settori del pensiero contemporaneo in perenne battaglia, avulsi da una realtà che corre sempre più veloce e distratta.

Un libro del presente (ancora irrisolto) in bilico tra un passato glorioso da difendere, disvelare e narrare con sempre maggiore coerenza e un futuro che è a davvero tutto da scrivere.

«Una “biografia progettuale” – scrive ancora l'autore - nel senso che è un racconto di avvenimenti con lo sguardo verso l’orizzonte del futuro e una proposta di progetti alimentati dalle sensibilità della storia, della memoria e delle identità plurali e profonde della città. In particolare, è una corposa biografia delle trasformazioni urbanistiche o delle occasioni perse e dei problemi irrisolti dei primi venti anni del XXI secolo e una conseguente proposta progettuale che guardi almeno ai prossimi venti».

Un testo in cui l'autore, nella concretezza del ruolo che gli è assegnato e non solo dalla istituzione universitaria, ha costruito e narrato volutamente insieme al gruppo di giovani studiosi formatisi sotto la sua guida in parte dei due decenni appena trascorsi, Daniele Rinsivalle, Barbara Lino, Annalisa Contato, Carmelo Galati Tardanico, Luca Torrisi, Cosimo Camarda, Dalila Sicomo, Marina Mazzamuto, tutti componenti dell’Augmented City Lab insieme allo stesso Carta e alla professoressa Alessandra Badami, ampliando l'offerta narrativa col contributo di altri cinquantasette intellettuali, progettisti, fotografi,
pensatori, protagonisti del magma socio-culturale palermitano con l'obiettivo palesato di includere le singolarità di visioni soggettive e plurime verso quel dispositivo complesso e dinamico che è Palermo quinta città d'Italia.

Un libro narrativamente indipendente, articolato in 3 parti. Una prima che si compone di un “atlante eterotopico” relativo alla città aumentata che ne disvela i patrimoni, le risorse, le opportunità e ne segnala le debolezze o le criticità irrisolte disvelandole.

Una seconda parte in forma di “agenda” per lo sviluppo sostenibile di Palermo proiettata nei prossimi venti anni denominata: “Agenda Palermo +20” fondata sulle tracce di futuro seminato nei precedenti venti.

Una terza parte, quella finale, formata da numerosi “prototipi” di futuro possibile, di progetti di conservazione, innovazione e trasformazione di alcune parti di città, le quali finiscono per fungere da esemplificazioni di soluzioni, da narrazioni di processi, da veri e propri plausibili manifesti e indirizzi di pratiche su cui intessere discussioni e sperimentazioni non più rimandabili.

Un libro che si offre ai lettori attraverso diverse chiavi di lettura e libertà di movimento nella lettura delle parti che lo compongono, un libro-ipertesto capace di consentire ai lettori un’ampia libertà di scoperta, attraversando anche diversi registri linguistici, da quelli più tecnici, a quelli più narrativi, passando da quelli militanti, per finire al potente linguaggio
emozionale delle fotografie d’autore.

La caratteristica più importante di un libro come questo, che si prefigge di delineare paesaggi culturali eterogenei e complessi in un momento storico così dichiaratamente orfano di punti di riferimento radicati e tangibili, non è quello di consegnare al lettore soluzioni preconfigurate che rappresentino il punto d'arrivo, bensì è quello di oleare con stile ed empatia gli ingranaggi del pensiero individuale per porre e porsi le giuste domande.

Chiudo con una personale suggestione, un rimando a cui ho subito pensato in riferimento a questo libro stampato in Sicilia per LetteraVentidue e atteso per l'inizio del nuovo anno. Un pensiero che ci porta nella Venezia del 2006, quando dalla collezione Pinault all'interno del Palazzo Grassi restaurato da Tadao Ando, si sprigionò il messaggio/lettura positivo della mostra d'apertura curata da Alison M. Gingeras We are we goig/dove stiamo andando?

Ecco, mi pare che a quella domanda metaforica per molti versi ancora inevasa anche da noi periferici “siciliani d'Europa”, questo testo puntuale e necessario per porre domande importanti, ne rappresenti una naturale inconsapevole (?) prosecuzione armonica.
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