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Uno dei tre punti estremi (e magici) della Sicilia: alla scoperta del silenzio di Capo Boeo

Detto anche "le due rocche", per via di due scogli affioranti dall’acqua, Capo Boeo segna il confine tra Mar Tirreno e Mar di Sicilia. Un luogo magico di relax in cui poter rifugiarsi

Jana Cardinale
Giornalista
  • 26 marzo 2021

Le "due rocche" a Capo Boeo

Poter raccogliere dal cielo un tramonto ascoltando le onde del mare, sentendone il profumo, passeggiando con uno sguardo all’orizzonte e uno alla città, che racconta, per immagini e colori, la sua storia, tra un fascino e una bellezza senza tempo che trascinano in lunghi, inevitabili, momenti di stupore.

Succede a Capo Boeo (o Lilibeo), detto anche "le due rocche", per via di due scogli affioranti dall’acqua: un luogo di magico relax; uno dei tre punti estremi della Sicilia, ad Ovest della triscele, l’allegoria grafica che da sempre rappresenta l’isola, e al contempo l'estrema punta d'Europa rivolta verso il continente africano.

È in questo punto esatto che ha inizio tutta la cultura del nostro vecchio continente, con le sue luci e le sue ombre, in uno dei più suggestivi tratti della costa marsalese che si affaccia sulla struggente cornice delle Isole Egadi. Capo Boeo è il rifugio di chi cerca il silenzio, la natura, la poesia. Lì, sul promontorio, sorse l'antica città cartaginese di Lilibeo, sterminata e generosa area archeologica che caratterizza il circondario.
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Il Capo Boeo segna il confine marittimo fra il mar Tirreno e il mar di Sicilia. Nella precisa posizione ove sorge, si trova un obelisco che cita gli avvenimenti più importanti verificatisi nello specchio d'acqua antistante, e una targa commemorativa delle vittime marsalesi della strage di Ustica del 27 giugno 1980.

È possibile fare un bagno tra le sue splendide rocce e vi si possono osservare il cambiamento delle correnti marine, il passaggio dei vari venti e i tramonti sulle isole Egadi.

Il sito è custode di momenti speciali: nel tempo vi si sono svolte rappresentazioni teatrali, reading di poesia, e qualsiasi altra espressione di libertà.

La storia che avvolge il luogo è l’essenza di Marsala: è il vertice più occidentale della Sicilia (gli altri sono Peloro o Punta del Faro e Pachino o Capo Passero), smussato e poco sporgente, diventato l'estremo lembo della terraferma siciliana, dopo il distacco delle Egadi avvenuto durante la sommersione quaternaria.

Denominato anche Promontorio Lilibeo, dista solo 141 km dalla costa tunisina (Capo Bon) ed è costituito da una bassa punta rocciosa, circondata da secche e da scogli. Nei suoi pressi il cartaginese Imilcone aveva fondato nel 396 il porto di Lilibeo, l'odierna Marsala, che ebbe grande importanza per le comunicazioni tra la Sicilia e l'Africa.

Il porto fu in seguito ostruito per ordine di Carlo V, per impedire l'approdo di pirati, e un porto artificiale è stato costruito a sud del promontorio in tempi più recenti per l'esportazione del più famoso vino tipico del luogo.

Poco distante sorge l’importante parco, il cui nucleo è costituito dall'area archeologica di Capo Boeo che si estende per 28 ettari ed è limitata dal Lungomare Boeo, rimanendo intatta perché l'impianto urbano medievale si è arretrato dalla linea di costa attestandosi su un quadrilatero delimitato da mura. Passeggiare vicini a quel mare è un rifugio.

Un bisogno romantico da condividere con chi si vuol bene, o un momento di evasione dalla costrizione di questi lunghi giorni cupi riservati alla prudenza del distanziamento sociale. Con il vento tra i capelli, e il sorriso delle isole di fronte, con Erice, più lontana e invitante nella sua nota eleganza, la passeggiata sul Lungomare diventa un privilegio da gustare in armonia con un luogo accogliente, da scoprire ad ogni nuovo arrivo.

Jogging, footing o mano nella mano, la sosta alle “due rocche” è un regalo che ciascun marsalese può farsi omaggiando la dolcezza di panorami unici disegnati per occhi avidi di meraviglia.

È il sentiero della bellezza che non sfiorisce mai, e racconta le sfumature di un angolo tra i più rigogliosi della città, in cui respirare a pieni polmoni la quiete che il cielo e il mare hanno deciso di custodire.
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