STORIE
Vola in Germania (40 anni fa) e ci rimane: chi è lo chef stellato che cucina "siciliano"
È di Misilmeri ma studia fuori. Parte per quella che deve essere solo un'esperienza ma rimane a Francoforte. Con le nostre materie prime seduce tutti i palati
Nato nel 1966 a Misilmeri, comune a soli quindici minuti dalla vicinissima Palermo, è figlio di una villabatese e di un misilmerese. In realtà qui in Sicilia vive per poco tempo, ma nonostante tutto il legame con l’isola non viene reciso, piuttosto rimane vivo ancora oggi.
Già da piccolino Carmelo si trasferisce con la famiglia in Piemonte, ad Asti più precisamente, cittadina ben più grande di Misilmeri ma comunque a misura d’uomo. Proprio qui cresce, anche in termini di formazione professionale, grazie alla scuola alberghiera.
La Sicilia è tuttavia ogni anno tappa di vacanze per lui e la sua famiglia, come per tanti emigrati, avendo all’epoca, come adesso, qui amici e parenti che mantengono sempre acceso il suo amore per le origini.
Uno di quei viaggi che servono per migliorarsi, arricchirsi professionalmente e acquisire maggiori competenze da riportare in patria. Questo pensa il Carmelo ventenne, indirizzato lì dalla scuola alberghiera che manda gli studenti nei migliori ristoranti all'estero.
I genitori e la sorella maggiore rimangono invece in Italia, del rest chi avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata la sua nuova casa?
In Germania, all’epoca del suo arrivo a fine anni ‘80, la gastronomia italiana è sì conosciuta ed amata, ma è solo grazie a giovani come lui che di fatto si diffonde la nostra cucina regionale, dal nord al sud Italia.
Nel 1991, dopo tre anni di esperienza in diversi ristoranti di Francoforte, il giovane chef insieme ad un socio tedesco apre il suo primo locale: un'osteria-enoteca. Il motivo viene presto spiegato, il suo socio infatti, non solo è sommelier, ma è soprattutto un amante della cucina e dei buoni vini italiani.
Pian piano quella che nasce come una piccola realtà, una scommessa, la prima esperienza in autonomia per il venticinquenne, gli permette di iniziare a farsi strada fino a che, nel 1996, conquista la tanto ambita stella Michelin.
Da lì in poi la carriera di Carmelo è un crescendo costante, tant'è che dal 2000 ad oggi, per ben 24 anni consecutivi, il sicilianissimo chef si è visto rinnovare, anno dopo anno, questo importantissimo riconoscimento.
Nel 2010 un altro significativo traguardo. La nascita di un ristorante che apre da solo e che porta il suo nome nell’insegna.
Oggi, a quasi 40 anni dal suo trasferimento, con un’intensa e non sempre facile esperienza alle spalle, lo chef stellato riconosce come il popolo tedesco abbia saputo mostrare amore e interesse per l’Italia, il buon gusto, l’alta qualità e tutte le nostre tipicità.
Non è un caso che nel suo ristorante possa lavorare quotidianamente con prodotti siciliani importati, come la frutta o la verdura, il mandarino di Ciaculli o i cachi di Misilmeri.
Tutte materie prime che a Francoforte sono reperibili proprio perché i tedeschi, durante i loro viaggi lungo lo stivale, imparano ad apprezzare così tanto certi ingredienti che poi una volta tornati li vogliono trovare sulle proprie tavole.
Dopo tanti anni di lontananza, nonostante la stella Michelin torni regolarmente in Sicilia per ritrovare amici e parenti e per gustare tutte le tipicità del luogo, sente comunque la sua isola vicina. Questo lo deve al "ciclone Benedetto", è così che definisce il suo braccio destro.
Benedetto russo, classe 1996, arrivato da Brancaccio dieci anni fa ed entrato nella classifica dei top chef in Germania, come raccontai tempo fa, non solo è di grande supporto per Carmelo, ma fra i suoi fornelli porta quello sprint tutto siciliano che è nuova linfa per la sua cucina.
Del resto ci sono un congolese, un tedesco e una ciurma di siciliani.
No, non è l’inizio di una barzelletta ma la descrizione della brigata che popola la cucina dello chef Greco che, con i suoi ragazzi, tiene vivo quel legame con la Sicilia che lo fa tornare bambino, quando viveva ancora sull’isola, e aiuta tutti ad apprezzare maggiormente il valore di tante piccole cose che sovente di dimenticano.
E poi condividere la stella con Benedetto ha dato a Carmelo una gioia in più.
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