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"Stanza di compensazione": la mostra di Uwe Jaentsch

Nella cornice inedita del Palazzo Lo Mazzarino in piazza Garraffello di Palermo, è allestita la mostra dell'artista austriaco Uwe Jaentsch visitabile fino al 26 giugno

  • 13 giugno 2016

Uwe Jaentsch, pittore, scultore, performer, grafico, filmmaker, audiovisual e poeta, un artista a tutto tondo che ha fatto di piazza Garraffello di Palermo, in Vucciria, la sua tela, la sua fonte di ispirazione e il suo laboratorio artistico.

E proprio in Vucciria, la cornice della piazza Garraffello, "la nostra anima nell'ombra" come descrive l'artista, è allestita la sua nuova mostra "La Stanza di compensazione" visitabile fino a domenica 26 giugno, dalle ore 9.00 alle ore 19.00, in uno spazio inedito, quello di Palazzo Lo Mazzarino.

La porta d'ingresso sarà il "Bancomat" della Banca Nazion, installazione realizzata nel 2007 da Uwe, dove l'artista vive e crea, e dove è allestita l'esposizione che raccoglie i suoi ultimi lavori.

Al Bancomat, gestito da Costanza Lanza di Scalea con cui l'artista collabora dal 2004, saranno in vendita i cataloghi: "Palermo Icone", in edizione limitata di mille copie dove l'artista ritrae quelle che ritiene essere le icone di Palermo, gli ultimi venditori della Vucciria.

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Le icone della Vucciria in vetrocromia tradizionale dei famosi commercianti che adesso urlano in silenzio, sostituiti dalla maledizione della "movida notturna", come scrive l'artista nel sito: l'originale dell'opera "Vucciria icone" é montato per i visitatori nella "Stanza di compensazione". Inoltre sono in omaggio, insieme al biglietto della visita, due dvd a scelta: il "porn pavilion", il dvd del 2009 della biennale di Venezia, oppure il "Riesi sindaco" del 2008.

Uwe Jaentsch, che dal 1999 lavora in piazza Garraffello, con questa mostra intende lanciare un messaggio chiaro che rende esplicito con una frase: "Abuse me Baby" è il sottotitolo della mostra, una denuncia e un guanto di sfida che fa riferimento a quegli spazi pubblici cittadini abbandonati.

Un altro abuso da subire necessariamente, dice Uwe, voluto per ricordare quell'abuso subìto nel 2012 dall'Assessorato al turismo della Regione siciliana che con l'artista un debito di venticinque mila euro. L'unica cosa possibile è allora denunciare, urlare "Abuse me Baby" per richiamare un paradosso, per difendere quei monumenti maltrattati.

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