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Palermo, la movida, l'ordinanza, gli orlandiani e gli altri

A seguito della discussa ordinanza del Comune di Palermo per regolamentare la movida sono tante le reazioni, tanti i pareri di chi è a favore e di chi è contro

  • 21 maggio 2013

Dopo l’aumento del 600% dei canoni per le concessioni dei lidi balneari da parte del Governo Crocetta che, di fatto, farà aumentare anche i prezzi per i turisti, un’altra tegola (oltre a quella sui gazebo) si abbatte su Palermo: l’ordinanza sindacale n°187 del 17 maggio 2013 concernente la disciplina dell’attività di intrattenimento musicale e la vendita di prodotti alcolici e bibite nel territorio del Comune di Palermo.

Nell’ordinanza possiamo leggere che dal primo giugno fino al trenta settembre 2013 si consente l’attività di intrattenimento musicale nelle aree esterne di rispettiva pertinenza, legittimamente occupate, nei giorni feriali e festivi fino alle 24, e fino all’una del mattino nei giorni di venerdì, sabato e prefestivi.

Fin qui potrebbe andar bene a tutti. Ma la cosa che mi lascia basito, da cliente e da musicista, è il volume consentito per la musica (che sia essa dal vivo o diffusione): fino alle 22 il volume deve essere non superiore ai 70 dB. Dalle 22 fino all’orario consentito, non superiore ai 60 dB. Per chi non lo sapesse, “dB” è l’abbreviazione di decibel (decimo di bel) e viene usato nel campo dell’acustica per determinare la potenza di un suono. 70 dB corrispondono allo stesso volume di un aspirapolvere acceso tenuto alla distanza di un metro da chi lo ascolta. 60 dB, invece, corrispondono ad una chiacchierata tra più persone.

È chiaro che sia impossibile per una band suonare allo stesso volume di un aspirapolvere o di un po’ di persone che chiacchierano. Ecco perché questo punto dell’ordinanza ha fatto storcere il naso a musicisti e gestori dei locali. Significa non poter più suonare da nessuna parte. E senza musica dal vivo, molti locali chiuderebbero certamente.

Ma non è solo la musica dal vivo ad essere “uccisa” da questa ordinanza. Nella stessa si legge che, sempre dal primo giugno al trenta settembre, da mezzanotte e fino alle sette del mattino, sarà vietata la vendita per asporto di qualsiasi tipo di bevanda contenuta in vetro o in lattina da parte degli esercizi commerciali su aree private o pubbliche. Spiego con un esempio: se un metronotte passa da Ganci alle due del mattino per prendere qualche calzone e qualche lattina di coca da portare ai colleghi, il proprietario della rosticceria non potrà vendere al metronotte le lattine.

Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che questa è una parte dell’ordinanza che serve a mantenere Palermo una città “riciclabile”. Ma per farlo, tu Comune, devi dotare la città di un sistema di raccolta differenziata che funzioni. Ma se già i palermitani ti pagano la TARSU per vedere l’immondizia parcheggiata lì dov’è per settimane, cosa che vuoi riciclare?

Dal mio punto di vista, questa ordinanza poteva farla solo Orlando. Siccome ha fallito come sindaco, ora deve fallire tutta la città. Economia, arte e turismo, già in agonia con Cammarata, stanno per ricevere il colpo di grazia dal “Sindaco che lo sa fare”. E meno male che Palermo è candidata a Capitale Europea della Cultura 2019. Continuando così, manco ci arriviamo al 2019. Per fortuna ci sono ancora persone che amano realmente Palermo da lottare contro ingiustizie come questa. Ecco perché musicisti e gestori si sono incontrati all’Hub di via libertà: proprio per evitare che Palermo, come dice Antonio Ferrante (presidente di Efatà), «Si trasformi di giorno in parcheggio e di notte in dormitorio».

Il rispetto dei residenti, come dice Orlando, è sacrosanto. Ma chi vi scrive abita in zona Mondello a quattrocento metri in linea d’aria da una notissima discoteca che il sabato sera, non solo mette musica fino alle tre del mattino passate ma anche a livelli tali da non riuscire nemmeno a sentire il televisore. Le regole possono essere cambiate, soprattutto se troppo severe. Quello che non può essere cambiato è il modo di ragionare dei palermitani, troppo occupati a coltivare il proprio orticello, fregandosene degli altri.

Questo è un problema che riguarda tutti i musicisti e tutti i gestori dei locali. Ma alla riunione all’Hub come musicista c’ero solo io. E come musicista intendo chi fa musica per campare. Ovviamente ci sarà stato chi era impossibilitato. Ma tutti quanti è impossibile. Lo stesso dicasi per i gestori. Pochi. E quelli che c’erano, erano lì per studiare una proposta alternativa da presentare al sindaco, per continuare a lavorare tranquillamente e nel rispetto delle regole. Ma non vorrei che, come al solito, ci si fermasse a quei quattro gatti che, alla fine, passano per i detrattori di Orlando, con le conseguenze classiche di chi ha il potere e lo usa per distruggere chi non è d’accordo con lui.

Infatti, davanti all’Hub è arrivata anche la Municipale, avvertita sicuramente da qualcuno vicino al sindaco. Inutile girarci attorno, ci sono due fazioni a Palermo: gli orlandiani e tutti gli altri. E sono sicuro che tra i musicisti e i gestori ci sarà chi non vorrà questa proposta alternativa da presentare al sindaco, perché è meglio continuare a lavorare chiedendo favori che lavorare per merito. Palermo è una città “vuoto a perdere”: si sfrutta il contenuto e si abbandona il contenitore. Esattamente come ha fatto Orlando in tutti questi anni.

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