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Né "ospiti" né "marchesi": Salvo Piparo ci racconta tutti i tabù delle mestruazioni

Il magico mondo "delle cose delle femmine": senza isterie o parenti in visita, impariamo a dire ad alta voce che abbiamo le mestruazioni senza vergogna e senza stigma

Balarm
La redazione
  • 8 marzo 2019

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Le mestruazioni sono (ancora) un tabù ma tanto vale farcisi una risata: e come guida nel mondo delle parole abbiamo l'attore e cantastorie Salvo Piparo che questa volta ci parla di marchesi, indisposizioni e "cose".

Si perché il ciclo mestruale si sa ma non si dice e allora giù con creatività e tradizione: diventiamo signorine, abbiamo le regole, arriva la zia o il marchese o gli ospiti.

Arrivano le giubbe rosse e siamo "indisposte": le attività domestiche sono sospese e addirittura non possiamo toccare i fiori, perché appassiscono. Per non parlare della maionese, guai a farla in quei giorni, visto che impazzisce. Ma avere le mestruazioni non è una indisposizione, è un periodo di più o meno intenso dolore e disagio che non c'entra nulla né con le piante né con la cucina.

Non tutte le donne hanno un ciclo facile: alcune provano dolori molto forti e sentono la mente confusa, offuscata. Se sei una di quelle non sentirti debole: in questi giorni sei autorizzata a non lavorare, a non andare a scuola e a non alzarti dal letto se queste attività ti richiedono troppo sforzo.

Poi c'è la questione dell'isterimo: se appena alziamo la voce ci chiedono "hai le tue cose?" impariamo a rispondere: "No, sei tu che sei un cog***ne e comunque si dice MESTRUAZIONI".

Pronunciamo questa parola in modo chiaro e con orgoglio e smettiamo di fingere che non esistano: le mestruazioni ci dicono che siamo sane e forti, perché trattarle male?
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