L'hanno avvistato a Malta, è "squalo-fobia" anche in Sicilia: le specie nei mari dell'Isola
Il caso ha sollevato diverse perplessità tra i potenziali turisti in arrivo nei prossimi mesi anche nelle limitrofe isole siciliane di Pantelleria, di Linosa e Lampedusa
L’avvistamento di uno squalo bianco a Malta ha sollevato diverse perplessità tra i potenziali turisti che devono giungere nei prossimi mesi a Malta o nelle limitrofe isole siciliane di Pantelleria, di Linosa e Lampedusa, preoccupati che la presenza di uno squalo considerato così pericoloso possa rovinare le loro potenziali vacanze.
In verità, però, questa non è la prima volta che un grande squalo bianco viene segnalato nel Canale di Sicilia, visto che questa specie si trova abitualmente in tutto il Mediterraneo.
A confermarlo sono stati i diversi biologi marini che negli ultimi giorni hanno rassicurato i turisti e i bagnanti sulla carta stampata come nei social, tra cui Massimiliano Bottaro, ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, che ha concesso una lunga intervista alla rivista Fanpage.
Anche noi, in passato, abbiamo d’altronde stigmatizzato la paura di alcune fette della popolazione, che giunti in spiaggia si preoccupano della presenza degli squali nelle acque siciliane.
Come è poi noto, gli squali bianchi non sono neppure fra gli animali più pericolosi che è possibile incontrare in acqua – i più pericolosi in assoluto rimangono alcune specie di meduse e alcuni pesci velenosi - e nel Mediterraneo sono davvero rari i casi in cui uno squalo ha attaccato un bagnante.
Questi pesci stanno subendo inoltre una crescita demografica, che viene considerata dagli esperti un’ottima notizia per la salvaguardia delle loro specie. La “fobia degli squali” è sorta nella seconda metà degli anni Settanta, ovvero da quando il film "Lo Squalo" di Steven Spielberg ha diffuso in tutto il mondo il terrore spesso ingiustificato di finire vittima di questi animali.
Oltre allo squalo bianco bisogna anche chiarire che sono molte le specie di squali presenti nei nostri mari. Fra le specie più comuni abbiamo la verdesca (Prionace glauca), i cui esemplari cadono spesso fra le grinfie dei bagnanti terrorizzati. Per allontanarli dalla battigia, spesso i bagnanti usano infatti randelli e arpioni, un comportamento che deve essere subito segnalato alla Capitaneria di Porto.
Un’altra specie comune è lo squalo mako (Isurus oxyrinchus), considerato tra i più veloci del mondo, mentre lo squalo elefante (Cetorhinus maximus) è una specie erbivora filtratrice, dotata di un particolare muso che ricorda la proboscide di un elefante.
Più piccoli dello squalo bianco, ma molto più numerosi, sono gli spinaroli (Squalus acanthias), lo squalo noto come il cagnaccio (Odontaspis ferox), lo squalo volpe (Alopias vulpinus) e gli squali martelli (Sphyrna zygaena), che spesso finiscono imbrigliati fra le maglie delle reti dei pescatori.
Anche in questo caso ribadiamo che si tratta di specie poco pericolose, che di solito rifuggono dall’uomo, la cui sopravvivenza è legata al nostro comportamento quando ci troviamo al mare.
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