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Unioni civili sì o unioni civili no? Il tema diviso tra atei devoti e clerical-fascisti

Probabilmente l'argomento farà presa sulle nicchie di elettorato reazionario, le stesse eccitate all’idea che, cacciati via gli immigrati, l’Italia tornerà il Paese della Cuccagna

  • 6 febbraio 2018

La parte più retriva del centro-destra ha recentemente rilanciato il tema dell’abolizione delle unioni civili.

Probabilmente questo argomento farà presa su alcune nicchie di elettorato reazionario, le stesse pronte ad eccitarsi all’idea che, cacciati via gli immigrati, l’Italia tornerà ad essere il Paese della Cuccagna che era sempre stato.

Come è naturale, questo dibattito surreale tralascia il fatto che le unioni civili, in quanto formazioni para-familiari, sono realtà che godono di una copertura costituzionale, peraltro esplicitata attraverso la sentenza 138 del 2010 emessa dalla Consulta.

Toccare dunque le unioni civili, significa inferire un vulnus alla Costituzione stessa: esse rappresentano degli istituti di civiltà che sono tutelati a pieno titolo dal naturale progresso del diritto costituzionale.

Ma al di là di queste ultime considerazioni tecniche, fa davvero specie che simili elucubrazioni illiberali e incostituzionali, non provengano solo dal leghista-lepenista Salvini o dagli ex missini (cioè post-fascisti) Meloni e Gasparri.
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L’attacco più duro alla legge Cirinnà è venuto infatti dalla ex radicale Eugenia Roccella, il cui padre Franco, deputato siciliano anticlericale e libertario, militò nel Partito d’Azione e nel Partito Socialista.

Presente con lei Stefano Parisi, anch’egli ex socialista, peraltro attivo nella corrente di Riccardo Lombardi, altro grande maestro laico. Che sia “Alleanza Cattolica” a mettere insieme tutti costoro non meraviglia più di tanto: si tratta pur sempre di un’associazione clerical-fascista fortemente invisa a Papa Francesco e che pertanto tenta di sgomitare per uscire dal cono d’ombra in cui la Chiesa bergogliana l’ha ricacciata.

La cosa che preoccupa è vedere in prima fila “atei devoti” che, con l’infatuazione del neofita, utilizzano il cristianesimo alla stregua di un’ideologia per fare presa sulla pancia omofoba di questo Paese.

Facendo finta di dimenticare che, come fu per divorzio e aborto, una volta che un diritto è tutelato in forza di un’interpretazione evolutiva della nostra Carta fondamentale, non è possibile tornare indietro.

A questi “atei devoti” diventati campioni del messaggio evangelico è il caso forse di dare qualche ripetizione in tema di Costituzione, ma con qualche “pillola” della teologia della misericordia che è da sempre il nocciolo del messaggio cristiano.
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