"Algebra dell’assenza": le opere dell’artista Realto nella chiesa di Santa Maria del Piliere

Opere dell'artista visibili alla mostra
Il lavoro esposto nella Cripta della chiesa di San Maria del Piliere dell’artista Realto scaturisce da un suo casuale ritrovamento di schede originali provenienti da un archivio di trattamenti pensionistici destinati a feriti o a familiari di militari italiani caduti nei conflitti della prima metà del ‘900. Si tratta di documenti emozionanti, tracce concrete di tragedie umane originate dalla guerra.
Per le singolari modalità del ritrovamento, l’artista ama dire che sono queste schede ad aver trovato lui. L’intervento che poi è stato da lui effettuato, consiste nella realizzazione di ritratti che, grazie a una particolare tecnica, sembrano apparire dal fondo dei supporti cartacei, lasciando in primo piano l' intreccio di diciture, dati anagrafici, numeri, tutti scritti con pennino e inchiostri di vario colore.
L’effetto di lontananza dalla quale sembrano provenire i volti suggerisce l’intenzione dello stesso artista, di rappresentare con essi uno sguardo rivolto agli eventi della storia dal punto prospettico di chi si trova oltre il confine della vita, dal quale potrebbe scaturire una riconsiderazione dei valori.
I ritratti sono stati volutamente ricercati nella contemporaneità, non essendo intenzione dell’autore quella di creare una ricostruzione storica a fini commemorativi. L’artificio pittorico che sostituisce i volti di oggi alle identità del passato, vuole essere infatti l’immagine di una forma perfetta di empatia.
L’allestimento è particolarmente suggestivo anche perché realizzato con dei pannelli di plexiglas contenete i documenti, sospesi negli stessi spazi della Cripta nei quali, secoli addietro, venivano appesi i defunti.
Per le singolari modalità del ritrovamento, l’artista ama dire che sono queste schede ad aver trovato lui. L’intervento che poi è stato da lui effettuato, consiste nella realizzazione di ritratti che, grazie a una particolare tecnica, sembrano apparire dal fondo dei supporti cartacei, lasciando in primo piano l' intreccio di diciture, dati anagrafici, numeri, tutti scritti con pennino e inchiostri di vario colore.
L’effetto di lontananza dalla quale sembrano provenire i volti suggerisce l’intenzione dello stesso artista, di rappresentare con essi uno sguardo rivolto agli eventi della storia dal punto prospettico di chi si trova oltre il confine della vita, dal quale potrebbe scaturire una riconsiderazione dei valori.
I ritratti sono stati volutamente ricercati nella contemporaneità, non essendo intenzione dell’autore quella di creare una ricostruzione storica a fini commemorativi. L’artificio pittorico che sostituisce i volti di oggi alle identità del passato, vuole essere infatti l’immagine di una forma perfetta di empatia.
L’allestimento è particolarmente suggestivo anche perché realizzato con dei pannelli di plexiglas contenete i documenti, sospesi negli stessi spazi della Cripta nei quali, secoli addietro, venivano appesi i defunti.
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