Beatrice Monroy racconta il "Falstaff" di Verdi con Sabrina Petyx e Giuseppe Cutino
«L’arte del racconto è fatta di fili intrecciati che aprono all’incanto dell’ascolto»: appuntamento venerdì 21 febbraio alle 18.30 presso la Sala Onu del teatro Massimo con Beatrice Monroy che racconta al pubblico il "Falstaff" di Giuseppe Verdi insieme a Sabrina Petyx e Giuseppe Cutino.
L'ultima opera di Verdi va in scena dal 21 al 27 febbraio dopo ben 23 anni di assenza dalle scene palermitane nell'allestimento del Teatro Petruzzelli di Bari, realizzato in coproduzione con il San Carlo di Napoli e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, con la regia di Luca Ronconi, la direzione d'orchestra del Maestro Daniel Oren, trascinante e acceso interprete del repertorio verdiano, e con un cast ricco di interpreti siciliani.
Beatrice Monroy racconta in circa un’ora e mezzo tratti della trama, ricostruendo la tensione della suspence, con indicazioni sulle emozioni e sui caratteri dei personaggi e sulle vite degli autori.
Accanto alla trama del libretto si fa ricorso alla storia d’origine, in modo particolare alla messinscena che si vedrà nei giorni a seguire, cercando d’interpretare la linea e il senso voluto dal regista.
Il racconto è inframezzato dalla lettura di alcuni brani tratti dal libretto di Arrigo Boito e da Rabelais e Giuseppe Verdi.
L'ultima opera di Verdi va in scena dal 21 al 27 febbraio dopo ben 23 anni di assenza dalle scene palermitane nell'allestimento del Teatro Petruzzelli di Bari, realizzato in coproduzione con il San Carlo di Napoli e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, con la regia di Luca Ronconi, la direzione d'orchestra del Maestro Daniel Oren, trascinante e acceso interprete del repertorio verdiano, e con un cast ricco di interpreti siciliani.
Beatrice Monroy racconta in circa un’ora e mezzo tratti della trama, ricostruendo la tensione della suspence, con indicazioni sulle emozioni e sui caratteri dei personaggi e sulle vite degli autori.
Accanto alla trama del libretto si fa ricorso alla storia d’origine, in modo particolare alla messinscena che si vedrà nei giorni a seguire, cercando d’interpretare la linea e il senso voluto dal regista.
Il racconto è inframezzato dalla lettura di alcuni brani tratti dal libretto di Arrigo Boito e da Rabelais e Giuseppe Verdi.
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