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Guerre e lusso nella Sicilia del Trecento: una mostra allo Steri riporta all'epoca dei Chiaromonte

  • Palazzo Chiaramonte-Steri - Palermo
  • Dal 25 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020 (evento concluso)
  • Visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
  • Gratuito
Balarm
La redazione

Amanti in un particolare del soffitto ligneo di Palazzo Chiaramonte Steri decorato nel 1377-1380

Il soffitto ligneo della Sala dei Baroni di Palazzo Steri - oggetto di un epocale intervento di restauro realizzato dall’Università di Palermo - riporta chiunque vi entri all'epoca dei Chiaromonte.

L’ascesa della signoria di questa famiglia nobile siciliana del Trecento, tra guerre e lusso, viene ripercorsa in una mostra di preziose opere originali, riproduzioni e filmati per un progetto museografico in grado di restituire piena centralità al soffitto. 

La mostra è organizzata dal sistema museale universitario diretto da Paolo Inglese e dall'Area tecnica di UniPa diretta da Antonio Sorce che ne ha curato l'allestimento con la Sovrintendenza ai Beni culturali. 

L’esposizione, intitolata "Chiaromonte – Lusso, prestigio, politica e guerra nella Sicilia del Trecento – Un restauro verso il futuro", racconta prendendo spunto dal restauro del soffitto dipinto della Sala dei Baroni le strategie politiche di una potente dinastia e le committenze architettoniche e artistiche. 
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Il percorso espositivo si snoda in tre spazi espositivi: la chiesa di Sant’Antonio Abate, la Sala delle Armi e la Sala dei Baroni nel complesso monumentale dello Steri, ora sede del Rettorato universitario, dimora sontuosa e prestigiosa dei Chiaramonte e dei Ventimiglia.

Nella chiesa di Sant’Antonio Abate vengono esposte opere di arte sacra del XIV secolo legate alla committenza nobiliare ed ecclesiastica, tra cui emergono il Crocifisso gotico-doloroso, oggi nella Cattedrale di Palermo, donato nel 1311 da Manfredi Chiaromonte, già nella cappella di patronato familiare nella ormai distrutta chiesa di San Nicolò alla Kalsa, e la piccola icona con la Madonna Haghiosorítissa tradizionalmente portata nel 1309 a Palermo dal Beato Atanasio Chiaromonte, fratello di Federico, patriarca di Alessandria d’Egitto. 

Nello stesso spazio sono esposti codici miniati, dipinti su tavola, croci dipinte e suppellettili liturgiche, da calici a reliquiari, provenienti tra l’altro dalle Arcidiocesi e dalle Diocesi di Palermo, Monreale, Agrigento, Acireale, Caltagirone, Catania, Cefalù, Mazara del Vallo, Messina, Nicosia, Piazza Armerina e dalla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, dal Museo Archeologico Regionale "Antonio Salinas", dalla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana "Alberto Bombace" e dal Museo Diocesano di Palermo, tutti parte attiva nell'organizzazione dell’iniziativa. 

Da collezioni pubbliche e private giungono, invece, preziose tavolette dipinte nel recto e nel verso, già inserite in gonfaloni processionali, che ricreano l’ambientazione che doveva avere la chiesa con i suoi arredi originali. 

Nella Sala delle Armi, passando dal sacro al profano, sono esposti alcuni campioni esemplificativi delle tavole del celebre soffitto dipinto della Sala dei Baroni, i cui lavori di restauro sono stati diretti da Costanza Conti, e viene imbandita una suggestiva tavola con ceramiche e vetri originali dell’epoca custoditi nei depositi del Museo Salinas, già recuperati in occasione di precedenti scavi nel sito. 

Alla raffinatezza di questi ultimi viene affiancata e contrapposta la semplicità delle stoviglie coeve di uso comune. Rari cofanetti in avorio, legno dorato e pastiglia, capitelli e frammenti architettonici, manoscritti letterari e documenti in pergamena e carta, provenienti da diversi archivi e biblioteche dell’Isola, disegni e incisioni, completano l'allestimento della Sala, dove non mancano spazi dedicati alla documentazione dei restauri storici, e di quello attuale, del soffitto della Sala dei Baroni, con un esempio della sua ricostruzione in 3D, realizzata da Fabrizio Agnello. 

Un altro video presenta le emergenze architettoniche chiaromontane ancora visibili in Sicilia. Per l'occasione, inoltre, è stato realizzato un plastico che presenta uno spaccato dello Steri nella sua configurazione trecentesca. 

I visitatori potranno godere (negli ambienti dedicati alla mostra) dell'ascolto di brani musicali del Trecento, sacri e profani. Alcuni dei brani sacri gregoriani, tratti dai manoscritti esposti nella chiesa di Sant'Antonio Abate, sono stati incisi per l'occasione ed eseguiti dal coro Cum iubilo di Monreale. 

Come il Bargello a Firenze, dunque, lo Steri si riprende a pieno titolo il posto che gli spetta, nelle fruizioni dei monumenti palermitani. 

La mostra "Chiaromonte: Lusso, prestigio, politica e guerra nella Sicilia del Trecento - Un restauro verso il futuro”, allestita negli spazi espositivi di architettura chiaramontana all'interno del Complesso Monumentale dello Steri (piazza Marina, 61) sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Palermo, visitabile fino al 6 gennaio è prorogata fino a venerdì 31 gennaio.
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