L’antica confraternita e il dono di Ignazio Florio: visite guidate all'Istituto dei Ciechi di Palermo

L'Istituto dei Ciechi "Florio - Salamone" di Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
A Palermo è possibile visitare l'Istituto dei Ciechi "Florio - Salamone", le cui origini risalgono al 1655, quando padre Francesco Drago della Compagnia di Gesù fondò una confraternita di ciechi sotto il titolo dell’Immacolata Concezione (leggi la bella storia dell'istituto qui).
Dopo l’espulsione dei Gesuiti, l’attività riprese nel 1805. E a Palermo sorse, nel 1871, la Scuola municipale per i ciechi, della quale diventò presidente, a fine secolo, Ignazio Florio. L’imprenditore poi donò un fabbricato di sua proprietà, affinché si costituisse la definitiva sede dell’Istituto per ciechi.
A lui intitolato, l’Istituto aprì battenti in via Carlo d’Angiò, nella Villa del Pigno. Nel 1894 nacque un Ente nuovo dall’accorpamento dell’Istituto Florio con un’altra attività benefica, quella di Francesca Salamone di Mistretta.
La Villa, su un’area di quindicimila metri quadrati, si presenta con diversi corpi di fabbrica, dei quali quello centrale è il più antico, risalente alla fine del 18esimo secolo. Una vera scoperta.
La visita ha una durata di 40 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
A Palermo è possibile visitare l'Istituto dei Ciechi "Florio - Salamone", le cui origini risalgono al 1655, quando padre Francesco Drago della Compagnia di Gesù fondò una confraternita di ciechi sotto il titolo dell’Immacolata Concezione (leggi la bella storia dell'istituto qui).
Dopo l’espulsione dei Gesuiti, l’attività riprese nel 1805. E a Palermo sorse, nel 1871, la Scuola municipale per i ciechi, della quale diventò presidente, a fine secolo, Ignazio Florio. L’imprenditore poi donò un fabbricato di sua proprietà, affinché si costituisse la definitiva sede dell’Istituto per ciechi.
A lui intitolato, l’Istituto aprì battenti in via Carlo d’Angiò, nella Villa del Pigno. Nel 1894 nacque un Ente nuovo dall’accorpamento dell’Istituto Florio con un’altra attività benefica, quella di Francesca Salamone di Mistretta.
La Villa, su un’area di quindicimila metri quadrati, si presenta con diversi corpi di fabbrica, dei quali quello centrale è il più antico, risalente alla fine del 18esimo secolo. Una vera scoperta.
La visita ha una durata di 40 minuti ed è accessibile ai disabili.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
COSA C'È DA FARE
-
MOSTRE
"Celebrating Picasso" a Palazzo Reale: la mostra che celebra il genio del maestro
-
MOSTRE
Mondo terrestre, sottomarino e popolazioni: "Cristina Mittermeier" alla Gam di Palermo
-
BAMBINI E RAGAZZI
La vacanza più bella al Parco Avventura Madonie: come iscriversi ai Campi Estivi