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Radici antiche e rinascita dell'Istituto Florio a Palermo: alcune storie sono straordinarie

La storia è quella di due signorine ottantenni, di un bambino di 10 anni, due principesse, del cane Agata e della nascita di un monumento grazie a Vincenzo Florio

  • 12 ottobre 2018

Istituto dei ciechi "Florio - Salamone" di Palermo

L'istituto dei Ciechi di Palermo "Florio Salamone" è una struttura storica e fino a due anni fa era praticamente inaccessibile al pubblico: amministrativamente è autonoma ma è controllata dalla Regione Siciliana.

La storia di questo luogo ha radici antiche e legate alla storia di due famiglie: i Florio e i Salomone, di quest'ultima furono due principesse (non vedenti) a devolvere tutti i loro beni all'istituto.

Leggenda vuole che quando fu fondato Vincenzo Florio donò l'attuale struttura di via Angiò a patto che assolvesse alla funzione di supporto ai disabili ciechi (con il convitto o con il centro diurno) e che quando non avesse più avuto questa funzione la proprietà sarebbe dovuta tornare agli eredi dei Florio.

Fino a qualche tempo fa ad essere ospitate al convitto erano tre vecchiette, dette "Le signorine", che oggi gli ottanta anni li hanno abbondantemente superati.

Adesso ne sono rimaste in vita solo due: Gaudenzia ed Elena che sono lì da quando avevano pochi anni d'età e che praticamente non hanno conosciuto un altro posto in tutta la loro vita.
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Gaudenzia, la più grande delle due, ha ancora una mente lucida e fervida, ama leggere libri in Brail, soprattutto testi sacri.

Da pochissimo tempo a fare compagnia alle "Signorine", è arrivato Jang, un ragazzino cinese di dieci anni che viveva insieme alla sua famiglia a Castelbuono, in una situazione disagiata.

Adesso Jang passa all'Istituto tutta la settimana per tornare a casa dalla sua famiglia solo il weekend.

Fino a due anni fa, gli utenti diurni del centro erano 14, oltre alle signorine a convitto, e sopravviveva nel grigiore e nell'indifferenza di tutta la città, due anni fa si è insediato un consiglio d'amministrazione con a capo Antonio Giannettino (in quota Unione dei Ciechi), tra i consiglieri anche un erede della famiglia Florio.

Giannettino si occupa di gestire associazioni, fondazioni, Ipab da sempre e fare rinascere l'istituto è stata per lui una sfida.

Da quando c'è lui sono cambiate l'impostazione e la gestione: l'uomo ha deciso di puntare tutto sui servizi e sull'apertura totale a tutto il mondo delle disabilità sensoriali e mette a disposizione la struttura, ad associazioni o enti, che comprende una chiesa dedicata a Santa Lucia, una sala concerti, una biblioteca, un convitto con circa venti stanze con il bagno, diversi padiglioni e un ampio spazio esterno.

In due anni l'istituto, di fatto, è rinato: è stata fatta una convenzione con l'Asp che svolge visite per i disabili, c'è la scuola per ciechi e disabili, e un centro per le attività diurne sempre dedicato a persone con disabilità. Inoltre c'è anche un orto e a breve aprirà un pet factory con cavalli, cani e animali da cortile.

«È già arrivato un cane di nome Agata - racconta Giannettino - e i ragazzi sono impazziti di gioia. Non è facile fare quadrare i conti, ma stiamo cercando di rimettere al centro l'eccellenza dei servizi».

«Abbiamo deciso di aprirci alla città e a tutte le attività che ci vengono proposte. Mettiamo a disposizione anche la nostra sala per la musica a chiunque debba fare un congresso, un evento, un concerto - continua - Sono convinto che ogni cosa che portiamo dentro ce ne porterà delle altre. Ho anche deciso di creare un piccolo parco dentro l'istituto e di aprirlo a tutta la città, un po' con le stesse regole del Parco della Salute che c'è al Foro Italico».

Una mente aperta ed entusiasta che per fare quadrare i conti racconta di spegnere le luci quando altri le dimenticano accese, e di avere fatto tagli a tante spese superflue, una gestione da "buon padre di famiglia", che sta portando i suoi frutti.

La struttura si presenta curata, pulita, il personale è preparato. Un prete della Namibia ha chiesto di essere ospitato dal Centro e così Giannettino non si è fatto scappare neanche questa occasione.

«Lo ospitiamo gratuitamente - spiega - a patto che celebri la messa ogni giorno e, visto che parla bene inglese e francese, il pomeriggio insegni ai ragazzi le due lingue».

«Ho assoldato anche nuovi volontari tra i miei amici in pensione e spero che ne verranno sempre di nuovi - conclude - e ho stipulato un nuovo accordo con la Fiat con la quale abbiamo preso dei nuovi pulmini con un contratto di affitto a lungo termine che ci ha permesso di rottamare le vecchie Punto che avevamo e che si rompevano spesso».

L'istituto è inserito come luogo da visitare all'interno della manifestazione "Le Vie dei Tesori", e vi potrebbe anche capitare di imbattervi in alcune guide molto speciali «ho detto di sì alle vie dei Tesori a patto - racconta sorridendo Giannettino - che inserissero tra le guide alcuni dei ragazzi del centro diurno».
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