Il capolavoro integrale che Ernesto Basile costruì per sé: val la pena di entrare al Villino Ida di Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Tra il 1903 l'architetto Ernesto Basile si dedica al progetto della sua dimora palermitana, una bellissima villa che chiama come l'adorata moglie Ida Negrini Novara: definito "villino" ci induce a pensare ad un edificio isolato, invece la casa della famiglia Basile si ffaccia su una delle strade più centrali della città, un tempo era circondata da un giardino.
La villa, a tre elevazioni, è ovviamente in stile Liberty: il prospetto esterno è di un abbacinante bianco che riveste le pareti al di sopra di un basamento in pietra, lo spigolo è arricchito da un rinforzo di pietre che funge da decorativa cerniera tra due pareti esterne e dal balcone dall'elegante ringhiera in ferro battuto, sostenuto da mensole e decorato da motivi floreali.
In uno dei prospetti laterali troviamo un pilastro a torre che si collega alla terrazza; il prospetto principale è caratterizzato da un imponente portone sul quale campeggia il motto "Dispar et Unum" (Diverso e Unico), piastrelle policrome e lastre di pietra sorrette da mensole in ferro battuto sovrastano le persiane colorate di verde scuro con bordi rossi.
L'ingresso non porta direttamente all'interno della casa ma fa da passaggio coperto dal quale è possibile salire all'abitazione, scendere allo studio privato del Basile o, attraverso il cancello, accedere al giardino interno. L'abitazione è composta da un seminterrato adibito a studio, il piano rialzato con soggiorno e un piano superiore destinato alla zona notte, i tre livelli sono collegati da due vani scala.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
Tra il 1903 l'architetto Ernesto Basile si dedica al progetto della sua dimora palermitana, una bellissima villa che chiama come l'adorata moglie Ida Negrini Novara: definito "villino" ci induce a pensare ad un edificio isolato, invece la casa della famiglia Basile si ffaccia su una delle strade più centrali della città, un tempo era circondata da un giardino.
La villa, a tre elevazioni, è ovviamente in stile Liberty: il prospetto esterno è di un abbacinante bianco che riveste le pareti al di sopra di un basamento in pietra, lo spigolo è arricchito da un rinforzo di pietre che funge da decorativa cerniera tra due pareti esterne e dal balcone dall'elegante ringhiera in ferro battuto, sostenuto da mensole e decorato da motivi floreali.
In uno dei prospetti laterali troviamo un pilastro a torre che si collega alla terrazza; il prospetto principale è caratterizzato da un imponente portone sul quale campeggia il motto "Dispar et Unum" (Diverso e Unico), piastrelle policrome e lastre di pietra sorrette da mensole in ferro battuto sovrastano le persiane colorate di verde scuro con bordi rossi.
L'ingresso non porta direttamente all'interno della casa ma fa da passaggio coperto dal quale è possibile salire all'abitazione, scendere allo studio privato del Basile o, attraverso il cancello, accedere al giardino interno. L'abitazione è composta da un seminterrato adibito a studio, il piano rialzato con soggiorno e un piano superiore destinato alla zona notte, i tre livelli sono collegati da due vani scala.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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