Le stanze segrete del Palazzo arcivescovile di Siracusa: visite alla Cappella sveva e all'ex Carcere

La Cappella Sveva all'interno del Palazzo Arcivescovile di Siracusa
I fiumi, i papiri, le catacombe, il teatro, lo splendore candido di Ortigia: anche Siracusa - la greca che competeva con Atene, patria di Archimede e capitale dell’Impero bizantino, distrutta dal terremoto del 1693 e rinata barocca, oggi patrimonio Unesco - apre le porte dei suoi luoghi più belli per "Le Vie dei Tesori" nei tre weekend dal 13 al 29 settembre (leggi l'articolo di approfondimento).
Aprono le porte al pubblico le stanze segrete del Palazzo arcivescovile, ovvero la Cappella sveva e l'ex Carcere. A lungo utilizzata per usi impropri, destinata a cadere all’oblio e alla rovina, la Cappella sveva oggi è una perla del Palazzo, sede di eventi e mostre. Vi si accede dal cortile interno. Nacque originariamente come portico e poi, dopo l’imperatore Federico II, fu trasformata in luogo di culto.
Declassata, nel corso dei secoli, al rango di cucina e magazzino per la legna, fu rimessa a nuovo agli inizi del 1900, per volere di Luigi Bignami, arcivescovo milanese, trapiantato a Siracusa. E venne restituita dignità alle sue forme architettoniche di pregio.
A Giovanni Antonio Capobianco, vescovo della città dal 1649 al 1673, si deve, invece, la creazione del Carcere vescovile, ricavato in un’altra ala del Palazzo. Il restauro, curato negli anni ‘90, ha permesso di recuperare questo spaccato sconosciuto di storia.
A Siracusa sono 21 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili. È previsto un pullman su prenotazione domenica 29 settembre da Palermo a Siracusa, al costo di 25 euro.
Aprono le porte al pubblico le stanze segrete del Palazzo arcivescovile, ovvero la Cappella sveva e l'ex Carcere. A lungo utilizzata per usi impropri, destinata a cadere all’oblio e alla rovina, la Cappella sveva oggi è una perla del Palazzo, sede di eventi e mostre. Vi si accede dal cortile interno. Nacque originariamente come portico e poi, dopo l’imperatore Federico II, fu trasformata in luogo di culto.
Declassata, nel corso dei secoli, al rango di cucina e magazzino per la legna, fu rimessa a nuovo agli inizi del 1900, per volere di Luigi Bignami, arcivescovo milanese, trapiantato a Siracusa. E venne restituita dignità alle sue forme architettoniche di pregio.
A Giovanni Antonio Capobianco, vescovo della città dal 1649 al 1673, si deve, invece, la creazione del Carcere vescovile, ricavato in un’altra ala del Palazzo. Il restauro, curato negli anni ‘90, ha permesso di recuperare questo spaccato sconosciuto di storia.
A Siracusa sono 21 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili. È previsto un pullman su prenotazione domenica 29 settembre da Palermo a Siracusa, al costo di 25 euro.
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