Mostra fotografica "Tabula Rasa": un doppio spazio espositivo per Ezio Ferreri
"Poggioreale"
"Tabula rasa" ha un duplice significato, da un lato rappresenta la constatazione di quello che sta avvenendo per opera dell’uomo, cioè la compromissione dell’ambiente naturale aggredito metro dopo metro dal cemento; dall’altro lato è anche un auspicio, un desiderio, una prospettiva utopica di rinascita attraverso una presa di coscienza che porti all’abbattimento delle costruzioni abusive.
«Le foto di Ferreri, – spiega Ida Parlavecchio - eseguite senza lenti, producono una collisione tra due ordini di realtà che offre alla visione ulteriori estensioni percettive. Qui i cantieri e i terreni incolti che li circondano oltrepassano il presente da due lati e, come ha osservato Marc Augé nel suo noto saggio su rovine e macerie, sono spazi che talvolta e un po’ vagamente risvegliano ricordi. Perché a ben guardare, questi scenari hanno tutta l’aria di un déjà-vu, o di un ciò-che-avrebbe-potuto-essere».
Il lavoro dell’artista non è riconducibile alla sfera della fotografia documentaria, è un racconto sfocato che lascia allo spettatore lo spazio di un’interpretazione libera che è anche sospensione del giudizio. La tecnica utilizzata è funzionale al contenuto della ricerca: le fotografie sono state realizzate con banco ottico a foro stenopeico, su pellicole, formato cm 6x12, per diapositive scadute e sviluppate in cross-process.
La mostra scelta e inserita tra gli eventi collaterali di Manifesta sarà visitabile, con ingresso gratuito, sino al 4 novembre in due spazi espositivi a Palermo: Galleria X3 in via Catania 45, e ai Magazzini di via Alloro 129.
«Le foto di Ferreri, – spiega Ida Parlavecchio - eseguite senza lenti, producono una collisione tra due ordini di realtà che offre alla visione ulteriori estensioni percettive. Qui i cantieri e i terreni incolti che li circondano oltrepassano il presente da due lati e, come ha osservato Marc Augé nel suo noto saggio su rovine e macerie, sono spazi che talvolta e un po’ vagamente risvegliano ricordi. Perché a ben guardare, questi scenari hanno tutta l’aria di un déjà-vu, o di un ciò-che-avrebbe-potuto-essere».
Il lavoro dell’artista non è riconducibile alla sfera della fotografia documentaria, è un racconto sfocato che lascia allo spettatore lo spazio di un’interpretazione libera che è anche sospensione del giudizio. La tecnica utilizzata è funzionale al contenuto della ricerca: le fotografie sono state realizzate con banco ottico a foro stenopeico, su pellicole, formato cm 6x12, per diapositive scadute e sviluppate in cross-process.
La mostra scelta e inserita tra gli eventi collaterali di Manifesta sarà visitabile, con ingresso gratuito, sino al 4 novembre in due spazi espositivi a Palermo: Galleria X3 in via Catania 45, e ai Magazzini di via Alloro 129.
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