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Musica tra i tesori dell'Isola: i concerti (gratuiti) dell’Orchestra Sinfonica Siciliana

Balarm
La redazione

L'Orchestra Sinfonica Siciliana

La stagione estiva dell’Orchestra Sinfonica Siciliana prosegue il suo viaggio nei luoghi più suggestivi dell’Isola.

Venerdì 27 giugno alle 21.00, i musicisti si esibiscono in concerto nel cuore antico della città dei templi, al Teatro dell’Efebo nel Giardino Botanico di Agrigento, in occasione di "Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025".

Il giorno seguente, sabato 28 giugno alle 21.00, l'orchestra si sposta a Baucina, nella centralissima piazza Santa Fortunata, per la replica del concerto.

Entrambi gli eventi sono a ingresso gratuito (per Agrigento è necessaria la prenotazione online).

Il Teatro dell’Efebo è un ampio spazio all'interno del Giardino Botanico di Agrigento, recentemente restaurato e messo in sicurezza; luogo di grande fascino e ricco di storia, è nei resti della cava dove gli schiavi cartaginesi, reduci dalla battaglia di Himera, estrassero i blocchi di arenaria usati per edificare i templi.

Per questa occasione l’Orchestra è diretta da Srba Dinič – bacchetta ospite di prestigiose istituzioni come la Semperoper di Dresda, il Teatro Colón di Buenos Aires e il Teatro Massimo di Palermo – che propone un programma coinvolgente con pagine di Šostakovič, Čajkovskij e Dvořák, rinnovando così l’obiettivo di portare i grandi capolavori della musica sinfonica a pubblici sempre nuovi e diversificati.

Il concerto si apre con l’Ouverture festiva op. 96 di Dmitrij Šostakovič (nel 50esimo dalla morte del compositore russo), composta in pochi giorni nel 1947 per celebrare l’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, fu eseguita solo nel 1954.

Caratterizzata da un brillante impianto orchestrale e da una scrittura energica, l’Ouverture richiama esplicitamente il mondo operistico russo, in particolare l’eredità di Glinka, tra fanfare e melodie di struggente lirismo.

A seguire, il Capriccio italiano op. 45 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, omaggio alle sonorità popolari italiane filtrate dallo sguardo sensibile del compositore russo.

Scritto nel 1880 dopo un soggiorno a Roma e Napoli, il brano è una sequenza coloratissima di episodi che spaziano dalle marce militari alle serenate, fino a una travolgente tarantella finale.

La serata culmina con uno dei capolavori assoluti del repertorio sinfonico: la Sinfonia n. 9 in mi minore “Dal Nuovo Mondo” op. 95 di Antonín Dvořák, composta durante il soggiorno del musicista a New York e ispirata tanto alle melodie dei nativi americani.

Con la sua struttura ciclica, i richiami epici e il celebre tema affidato al corno inglese nel secondo movimento, questa Sinfonia rappresenta un ponte ideale tra Vecchio e Nuovo Continente, e una riflessione sulla memoria e sull’identità.
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