Quando l'amore diventa una gabbia: al Libero di Palermo "La scuola delle mogli"

"La scuola delle mogli" al Teatro Libero
Manipolazione, dominio, amore che diventa gabbia. "La scuola delle mogli" non è soltanto una commedia, ma una lente crudele che Molière rivolge contro un sistema che riduce la donna a oggetto da controllare.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Libero, segna l’anteprima della 58esima Stagione dello spazio teatrale fondato da Beno Mazzone e va in scena dal 25 al 27 settembre e dal 2 al 4 ottobre, alle ore 21.00.
Nella rilettura del Teatro Libero, con la regia di Giuseppe Cutino e la drammaturgia di Sabrina Petyx, il testo del grande autore francese si trasforma in un grido contemporaneo contro le storture delle relazioni tossiche e contro l’assenza, oggi più che mai urgente, di una vera educazione sentimentale - strumento indispensabile per contrastare le derive tossiche che spesso avvelenano le relazioni affettive - superando i limiti delle età anagrafiche degli interpreti per esaltare il senso più profondo della recitazione come artificio.
In scena Costantino Buttitta, Martina Consolo, Salvatore Galati, Francesco G.A. Raffaele, Marcello Rimi e Chiara Peritore.
Un matrimonio concepito come prigione, la relazione di coppia intesa come possesso e dominio, la donna privata della libertà di pensiero e di azione. Dietro i toni della commedia, lo spettacolo svela con lucidità le storture di una visione patriarcale che riduce i sentimenti a terreno di controllo e di manipolazione.
Il capolavoro molieriano, infatti, non si limita a raccontare i vizi di un’epoca, ma apre un varco critico sul presente. Con “La scuola delle mogli”, Molière compie un passo decisivo nel suo percorso artistico: dalla commedia tradizionale verso un realismo nuovo, necessario, radicato nella sua stessa esperienza di vita.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Libero, segna l’anteprima della 58esima Stagione dello spazio teatrale fondato da Beno Mazzone e va in scena dal 25 al 27 settembre e dal 2 al 4 ottobre, alle ore 21.00.
Nella rilettura del Teatro Libero, con la regia di Giuseppe Cutino e la drammaturgia di Sabrina Petyx, il testo del grande autore francese si trasforma in un grido contemporaneo contro le storture delle relazioni tossiche e contro l’assenza, oggi più che mai urgente, di una vera educazione sentimentale - strumento indispensabile per contrastare le derive tossiche che spesso avvelenano le relazioni affettive - superando i limiti delle età anagrafiche degli interpreti per esaltare il senso più profondo della recitazione come artificio.
In scena Costantino Buttitta, Martina Consolo, Salvatore Galati, Francesco G.A. Raffaele, Marcello Rimi e Chiara Peritore.
Un matrimonio concepito come prigione, la relazione di coppia intesa come possesso e dominio, la donna privata della libertà di pensiero e di azione. Dietro i toni della commedia, lo spettacolo svela con lucidità le storture di una visione patriarcale che riduce i sentimenti a terreno di controllo e di manipolazione.
Il capolavoro molieriano, infatti, non si limita a raccontare i vizi di un’epoca, ma apre un varco critico sul presente. Con “La scuola delle mogli”, Molière compie un passo decisivo nel suo percorso artistico: dalla commedia tradizionale verso un realismo nuovo, necessario, radicato nella sua stessa esperienza di vita.
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