“Fratelli di Sangue”: le incoerenze della società al Libero

Nata come un romanzo di Igvar Ambjørnsen e diventata un film da Oscar a firma di Petter Naess, "Fratelli di sangue" di Axel Hellstenius (1960) è una commedia che sa trattare in maniera fresca, ironica e sovente anche allegra e divertente un tema delicato come quello delle malattie mentali, senza cadere mai nel patetico.
Due persone cresciute in un istituto psichiatrico vengono ritenute idonee per affrontare la società e il governo gli offre la possibilità di vivere in un appartamento nuovo. Tutto per loro. Ora sono liberi di andare a fare la spesa, rispondere al telefono, incontrare altre persone, innamorarsi.
Elling, uno dei due ex-internati, vi condurrà alla scoperta della nostra stessa società, con occhi completamente nuovi, puri, infantili e talvolta spietati. Una scusa quindi, per guardare dentro di noi, dentro alle nostre contraddizioni, quelle in cui siamo da così tanto tempo immersi da non accorgercene nemmeno più.
Sulla scena un gruppo di 4 attori giovanissimi, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Genova, che ho l’onore di dirigere verso la risposta che alla domanda pone il testo: la società sarà pronta ad accogliere questi due uomini speciali e ad ammettere di avere perfino qualcosa da imparare da loro? Con Nicolò Giacalone, Alessio Praticò, Mauro Parrinello, Valentina Badaracco; regia di Mauro Parrinello.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
COSA C'È DA FARE
-
TEATRO E CABARET
"Edipo a Colono" di Sofocle: il ritorno di Robert Carsen al Teatro Greco di Siracusa
-
ESPERIENZE
A Palermo c'è "BeHumans Experience": entri nella navicella e fai un viaggio sulla Terra
-
MOSTRE
Elliott Erwitt (per la prima volta) a Palermo: 190 scatti unici a Palazzo Reale