Visita alla Chiesa di Sant'Antonio Abate: scrigno a croce greca che domina la Vucciria
											Chiesa di Sant'Antonio Abate a Palermo
					"Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), giunge alla sua undicesima edizione e dal 29 settembre al 29 ottobre torna ad aprire le porte dei luoghi d'arte di Palermo, di quelli dimenticati e di quelli normalmente chiusi.
Per tutti i weekend della manifestazione, sarà possibile visitare la Chiesa di Sant’Antonio Abate. Dall’alto domina il mercato della Vucciria e via Roma, testimone di pietra di un’epoca urbanistica ormai scomparsa. La chiesa di Sant’Antonio Abate risulta esistente già nel 1220. Più volte restaurata e rimaneggiata, nel 1823 fu gravemente colpita dal terremoto.
Ma fu solo nel XX secolo, con l’apertura di via Roma, che venne messa in luce la costruzione soffocata da edifici e collegata al livello della strada, molto più basso, con una gradinata. Ai piedi venne collocata un’immagine dell’Ecce Homo, molto venerata.
L’interno a croce greca custodisce opere di Serenario, Bagnasco, Antonello Gagini e dello Zoppo di Gangi. Accanto alla chiesa venne costruita nel Trecento una torre civica con la campana “pretoria”, per convocare il popolo palermitano.
				
									Per tutti i weekend della manifestazione, sarà possibile visitare la Chiesa di Sant’Antonio Abate. Dall’alto domina il mercato della Vucciria e via Roma, testimone di pietra di un’epoca urbanistica ormai scomparsa. La chiesa di Sant’Antonio Abate risulta esistente già nel 1220. Più volte restaurata e rimaneggiata, nel 1823 fu gravemente colpita dal terremoto.
Ma fu solo nel XX secolo, con l’apertura di via Roma, che venne messa in luce la costruzione soffocata da edifici e collegata al livello della strada, molto più basso, con una gradinata. Ai piedi venne collocata un’immagine dell’Ecce Homo, molto venerata.
L’interno a croce greca custodisce opere di Serenario, Bagnasco, Antonello Gagini e dello Zoppo di Gangi. Accanto alla chiesa venne costruita nel Trecento una torre civica con la campana “pretoria”, per convocare il popolo palermitano.
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