Visita guidata alla Cappella dei Falegnami: tripudio di stucchi, putti e festoni
La volta della cappella di San Giuseppe dei Falegnami a Palermo
Sono 110 luoghi di Palermo di interesse storico e artistico aperti alle visite guidate per "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), che giunge alla sua undicesima edizione e che si svolge dal 29 settembre al 29 ottobre.
Per tutti i weekend della manifestazione, ogni sabato e domenica, sarà possibile visitare la Cappella dei Falegnami.
È un oratorio barocco custodito nel convento di San Giuseppe dei Teatini, poi sede storica dell’Università di Palermo. La decorazione delle pareti fu affidata a Giuseppe Serpotta che vi lavorò nel 1701, forse con il nipote Procopio, facendone un tripudio di putti, festoni, medaglioni.
In origine i Teatini, che avevano realizzato il convento nel Seicento, assegnarono l’oratorio a due congregazioni: quella di Gesù, Giuseppe e Maria e quella dei Servi del Santissimo Sacramento.
Ma nel 1805, quando il complesso fu adibito a sede della Regia Accademia degli Studi e la cappella della confraternita di San Giuseppe dei Falegnami sacrificata per far posto all’attuale portico su via Maqueda, furono proprio loro – i Falegnami – a subentrare nella titolarità dell’oratorio.
Per tutti i weekend della manifestazione, ogni sabato e domenica, sarà possibile visitare la Cappella dei Falegnami.
È un oratorio barocco custodito nel convento di San Giuseppe dei Teatini, poi sede storica dell’Università di Palermo. La decorazione delle pareti fu affidata a Giuseppe Serpotta che vi lavorò nel 1701, forse con il nipote Procopio, facendone un tripudio di putti, festoni, medaglioni.
In origine i Teatini, che avevano realizzato il convento nel Seicento, assegnarono l’oratorio a due congregazioni: quella di Gesù, Giuseppe e Maria e quella dei Servi del Santissimo Sacramento.
Ma nel 1805, quando il complesso fu adibito a sede della Regia Accademia degli Studi e la cappella della confraternita di San Giuseppe dei Falegnami sacrificata per far posto all’attuale portico su via Maqueda, furono proprio loro – i Falegnami – a subentrare nella titolarità dell’oratorio.
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