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A Cefalù c'è un "Tesoro Umano Vivente" dell'Unesco: Ciccio, l'uomo delle scarpe

Francesco Liberto (detto Ciccio) è ciabattino da quando aveva sei anni: l'Unesco lo ha inserito nel Libro dei Saperi del Registro delle Eredità Immateriali come Tesoro Umano

Balarm
La redazione
  • 16 novembre 2018

Francesco "Ciccio" Liberto

Aveva soltanto sei anni quando ha iniziato a fare il mestiere di ciabattino: Francesco Liberto è attualmente iscritto tra i Tesori Umani Viventi nel Libro dei Saperi del Registro delle Eredità Immateriali dell'Unesco.

È una leggenda vivente della piccola città di Cefalù, incastrata tra i monti e il mare di Sicilia: "Ciccio" (così lo chiamano), ottant'anni, è anche appassionato di Formula1 e per questo ha iniziato a produrre calzature adatte a questo sport.

A indossare le sue scarpette alcuni tra i più grandi campioni come Niki Lauda, Mario Andretti, Clay Regazzoni e il siciliano Nino Vaccarella.

È stato fornitore ufficiale della scuderia Ferrari ma a scegliere le sue calzature sono stati anche molti piloti di altre scuderie, dalla Porsche all'Alfa Romeo, dalla Lancia alla Renault.

Le sue creazioni, anno dopo anno, sono divenute famose e in seguito trattate come delle vere opere d'arte e di manifattura: sono infatti esposte nei musei tra cui quello della Ferrari a Maranello e quello della Porsche a Stoccarda.

Ma Ciccio non ha mai lasciato Cefalù, dove da oltre cinquant'anni vive e lavora.

Qui tra i vicoli antichi e l'odore di salsedine lo vanno a trovare le troupe televisive e i giornalisti di stampa locale, nazionale ed estera.

Decine di filmati ne raccontano la bella storia e il settimanale Autosprint gli ha riservato due pagine inserite nello Speciale dedicato al centenario dela Targa Florio.

Non solo Unesco: a lui è stata conferita una Targa all'Università Telematica Pegaso di Palermo che recita "per aver fatto le scarpe a tutti i campioni" e un'altra si trova al Celebrity Porsche Club Sicilia con la scritta "per la sua carriera di artista delle scarpe da corsa che rendono onore e gloria alla nostra terra".
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