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A Palermo arriva l'influenza, preoccupa la bronchiolite: i consigli (preziosi) del pediatra

I virus influenzali quest'anno sono arrivati prima del previsto. Il direttore del Pronto soccorso dell'Ospedale dei Bambini ci dice come possiamo proteggere i più piccoli

Anna Sampino
Giornalista
  • 11 novembre 2022

Anche se il freddo tarda ad arrivare, l'influenza ha fatto già la sua comparsa, soprattutto tra i più piccoli, anticipando ogni previsione. A Catania a fine ottobre sono stati isolati i primi virus influenzali, in due fratellini di 4 e 6 anni che hanno manifestato come sintomi tosse, febbre e rinorrea. Anche a Palermo, i pediatri iniziano a registrare i primi casi, soprattutto tra i bambini d'età inferiore ai sei anni.

Sebbene i sintomi siano ancora lievi, la situazione potrebbe diventare più preoccupante con l'arrivo della stagione invernale. Il picco, solitamente atteso fra gennaio e marzo, quest'anno potrebbe registrarsi già a dicembre. In particolare, rispetto ai due anni di pandemia, si attende anche un aumento considerevole di casi.

«Con il ritorno alla normalità post-pandemia, è normale che quest'anno dobbiamo aspettarci una maggiore circolazione di virus influenzali rispetto a due anni fa - spiega Domenico Cipolla, direttore del Pronto soccorso e pediatria d'urgenza dell'ospedale Di Cristina di Palermo -. Senza mascherine né distanziamento, ci aspettiamo un considerevole aumento dei contagi».
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Non solo influenza, ad aumentare con molta probabilità saranno anche i contagi da covid, che, nei bambini senza particolari patologie, presenta sintomi curabili a casa. «I ricoveri per covid si sono ridotti notevolmente. Segno che la campagna vaccinale ha funzionato», sottolinea Cipolla.

A preoccupare di più i pediatri quest'anno è soprattutto il virus respiratorio sinciziale, RSV, che provoca quelle che comunemente vengono chiamate bronchioliti. «Più che l'influenza, va prestata particolare attenzione a questo virus che colpisce soprattutto i bambini, causando problematiche serie ai bimbi sotto i 18 mesi d'età e soggetti fragili. Tra i sintomi - spiega il primario del Di Cristina -, si manifestano tosse, muco, febbre e dispnea, ossia difficoltà a respirare».

È proprio quest'ultimo sintomo a destare allarme tra i medici, perchè un aumento notevole di bronchioliti tra i più piccoli potrebbe mandare in tilt gli ospedali pediatrici. «Stiamo già attrezzando i reparti in vista di un eventuale picco di ricoveri. Ma per contenere i contagi e limitare il più possibile la circolazione di questo virus, è necessario adottare comportamenti preventivi nella vita quotidiana. In particolare nei confronti dei neonati d'età inferiore a un anno, limitando i baci e gli abbracci soprattutto se abbiamo sintomi influenzali, come tosse e muco».

Secondo gli esperti, in inverno potremmo trovarci a fare i conti con la cosiddetta "triplendemia", ossia la contrazione dei tre virus covid, influenza e Rvs, respiratori sinciziali.

Come proteggere i bambini da questi virus in arrivo? «Il rimedio principale è uno: il vaccino. È importante vaccinare contro l'influenza i bambini sotto i 6 anni d'età, perchè ritenuti tra le categorie più a rischio - raccomanda Domenico Cipolla - Perlatro per questa fascia d'età la vaccinazione è gratuita. Non solo, è importante che i bambini dai 5 ai 12 anni d'età si vaccinino contro il covid. Ribadiamo che i vaccini hanno dato ottimi risultati nel contenimento della pandemia, soprattutto a protezione dei pazienti fragili». (In questo articolo tutti i centri e le farmacie dove vaccinarsi a Palermo)

«Per il virus respiratorio sinciziale purtroppo non esiste ancora un vaccino, che attualmente è in fase di sperimentazione. Per cui è importante fare prevenzione attraverso comportamenti attenti, soprattutto a protezione dei bambini più piccoli, come limitare gli incontri e i baci se si hanno sintomi influenzali. Precauzione anche nelle scuole: avere l'accortezza di tenere i figli in casa se sono troppo raffreddati».
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