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A Palermo c'è un posto con 20mila "pulci": Luciano e il suo Museo degli oggetti salvati

Tenere in vita questo posto significa tenere in vita un passato importante. Il Museo del Mercato storico delle Pulci si trova lungo il Papireto e sarà aperto per tutto dicembre

  • 1 dicembre 2021

Luciano Ienna nel suo Museo delle Pulci a Palermo

Da qualche tempo, nonostante viva stabilmente ad Augusta, Luciano Ienna è tornato a riaprire al pubblico il suo scrigno che altro non è che il Museo del Mercato storico delle Pulci di Palermo.

Per quanto abbia ereditato dal padre una gran quantità dei circa 20.000 oggetti che custodisce nella sede lungo il Papireto (precisamente in piazza Domenico Peranni, 33) il signor Ienna ha cominciato lui stesso, da piccolo, a “salvare oggetti”.

«Io sono nato in quella che allora era una baracca e lì sono cresciuto praticamente; ho respirato la passione di mio padre per gli oggetti facendola mia. Oggi non è semplice da capire, perché abbiamo tanto forse troppo ma allora noi piccoli, soprattutto, giocavamo con qualunque oggetto, ricreando mondi fantastici.

Io stesso mi sono ritrovato a giocare con dei veri moschetti risalenti alla prima guerra mondiale, o con le boccette che un tempo usavano le farmacie.

In più ho iniziato a “conservare di nascosto”.
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Mi ricordo che mio padre mi mandava a buttare una gran quantità di oggetti ritenuti inutili che avrebbero ingombrato il nostro negozio, tra questi i giocattoli per bambini. All’epoca i bambini venivano mandanti dai “mastri” ad imparare un mestiere e non avevano il tempo di giocare né tantomeno i genitori avevano soldi da destinare agli stessi giocattoli.

Molto presto cominciai a nascondere le cose che mio padre mi diceva di buttare e oggi riguardandoli sono dei pezzi rarissimi. Li nascondevo nel tetto morto di casa di mia madre, all’epoca era in Corso Olivuzza 88; lì avevo il mio paradiso».

Luciano Ienna racconta eventi di oltre mezzo secolo fa come se fosse ieri, testimoniando il grande attaccamento verso ogni singolo oggetto.

«Quando si vendeva qualcosa era un dolore staccarsene ma il nostro era un posto che vendeva e doveva vendere per andare avanti. Essere riuscito a mettere a disposizione di tutti questo patrimonio oggi mi rende estremamente felice.

Sono legato ad ogni singolo oggetto ma se devo citarne qualcuno mi viene subito in mente una testa di un pupo. Forse non tutti sanno che prima i pupi si costruivano proprio qui, al Papireto, e una volta ricordo questa testa che salvai stava andando a finire nel bracere. Conserva ancora capelli veri attaccati e, dico io ridendo, è invecchiata con me.

La mia attenzione verso tutti gli oggetti è sempre rimasta viva, come quella volta che ho recuperato dalla spazzatura foto storiche di Franco e Ciccio. Ho rintracciato la famiglia dicendo che le custodivo io insieme a tante altre che sono esposte nel Museo e che rievocano epoche storiche che, a mio avviso, non vanno dimenticate.

Tenere in vita questo posto significa proprio questo, tenere in vita un passato importante.

Per questo fino al 22 dicembre saremo aperti ogni giorno e, soprattutto, ai bambini che verranno a trovarci doneremmo un oggetto vintage, che potranno portare a casa, sperando che anche nelle nuove generazioni nasca questo lo stesso amore che io nutro verso questi oggetti storici da quando sono nato».

Per essere costantemente informati sui giorni e su gli orari di apertura è possibile consultare la pagina Facebook del Museo.
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