CRONACA
A Palermo insegnò storia a generazioni di universitari: addio a Giuseppe Carlo Marino
Professore emerito di Storia moderna e contemporanea all'Università, era anche presidente onorario di Anpi Palermo. Fu tra i primi a studiare il fenomeno mafioso
Il professore Giuseppe Carlo Marino (foto di Giusy Vacca)
Marino, 84 anni, è deceduto nella notte. Nato a Palermo, porseguì gli studi a Firenze dove si laureò in Scienze Politiche. Durante gli anni in Toscana strinse rapporti con personaggi politici di grande spicco come Giorgio La Pira, Mario Luzi e Nicola Pistelli, leader della sinistra cristiana fiorentina. Negli anni Settanta tornò poi a vivere e lavorare nel capoluogo siciliano.
Iniziò sin da subito la carriera accademica all'università di Palermo, dapprima come assistente di Storia del Risorgimento e pochi anni dopo ottenne la cattedra di Storia moderna, prima, e poi di Storia contemporanea.
Autore di libri, tra le sue pubblicazioni più note la "Storia della mafia", dal misterioso omicidio del garibaldino Giovanni Corrao (ritenuto il primo delitto di mafia) al processo a Giulio Andreotti. Marino fu uno dei fondatori del Coordinamento Antimafia di Palermo e fu tra i primi studiosi a indagare e spiegare il fenomeno mafioso.
Tantissimi i messaggi di cordoglio per la sua morte: «Con grande tristezza apprendiamo che ci ha lasciato il nostro Presidente onorario dell'ANPI Palermo - scrive Giusy Vacca -. Un grande storico, una mente acuta e lucida, un grande studioso che ha formato generazioni e ha fatto amare lo studio della storia.
Con le sue attente analisi ci spingeva ad essere antifascisti attivi e vigili sul pericolo di nuove derive autoritarie. Ci mancherà davvero tantissimo. Ci restano tanti ricordi di impegno e condivisione di valori. Adesso dobbiamo continuare anche in sua memoria per quella "Nuova Resistenza", come amava chiamarla lui, che era anche un titolo di un suo libro».
«Questa notte ci ha lasciati il nostro Presidente onorario - scrive sui social l'Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia -. Una grande perdita per l'intera comunità che crede in una città libera dalla mafia. Lo ricordiamo con grande affetto per le sue lotte in prima linea contro la mafia ed il potere ad essa colluso. Antesignano della storiografia sul fenomeno mafioso, già in tempi nei quali si era soliti dire “la mafia non esiste”».
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