A Palermo lo chiamavano "u liuni", amava la vita e lo sport: addio a Michele Valenti
Frequentatore di locali dai più fighetti ai più spartani, gestiva la gioielleria di famiglia in corso Tukory dove era un punto di riferimento per tutto il quartiere

Michele Valenti
D'altronde le avrai detto, salutami Rollina, o Rolla, o chissà quale altro nomignolo e tua sorella non avrà capito.
Michele Valenti ci ha lasciato il 23 luglio nel tardo pomeriggio, a 55 anni, stroncato da un tumore al pancreas, lui che a detta di tutti "Era un picciotto che non poteva finire mai", ed era vero, Michele era alto quasi 1 metro e 90, grande sportivo, tanto da meritarsi l'appellativo di "u liuni", eppure sembrava piccolo piccolo ultimamente.
Michele aveva una personalità caleidoscopica, era un grande amante della vita, un PR e organizzatore di eventi conosciuto da mezza Palermo, frequentatore di locali dai più fighetti ai più spartani, gestiva la gioielleria di famiglia in corso Tukory dove era un punto di riferimento per tutto il quartiere, ma era anche un grande nuotatore e una persona molto spirituale e credente.
Ma soprattutto Michele era una persona ironica, generosa, affettuosa e sapeva prendersi cura dei suoi nipoti, di sua sorella e dei suoi amici.
«Era sempre partecipe della tua felicità - dice Veronica Minerva, sua amica di lunghissimo corso - amava fare star bene gli altri, ho un sacco di ricordi di risate pazze, dai mille rituali e appuntamenti fissi che nel tempo avevamo imparato ad avere, ci fu il periodo della domeniche al Monkey, il lunedì al Garibaldi dove bevevamo rigorosamente Forst a collo lungo. Amava viaggiare e ogni volta mi portava un regalino, come uno zio».
E poi era premuroso con i suoi nipoti, anche con loro aveva un appuntamento fisso settimanale per la consueta cena del mercoledì con lo zio. «Per noi è stato come un secondo padre - dice Davide -. Sempre presente e interessato alla nostra vita a quello che facevamo».
Michele sognava di andare in pensione e di girare il mondo, amava fare progetti e sosteneva sempre gli altri quando ne avevano qualcuno.
Queste le parole del suo fraterno amico Enzo La Deda che lo ha ricordato così su Facebook: «Sono contento di vedere quanta gente gli ha voluto bene e lo ha stimato, ma adesso si parla di cose serie, alla fine te ne sei andato e non mi hai dato l'opportunità di darti l'ultimo saluto, non hai idea di che vuoto mi hai lasciato dentro, sempre insieme da 30 anni a questa parte, tutta Palermo mi ricorda le nostre risate e le sane follie fatte insieme».
E ancora ricorda «quanto divertimento, quante cazzate, non avrei dove scappare se volessi scappare dal tuo ricordo, mi hai lasciato solo e neanche posso prendermela con te, neanche una colpa te ne posso dare fratello mio, ti porterò per sempre dentro, così che mi accompagnerai per il resto dei miei giorni e quando la tristezza mi assalirà ti penserò e ricorderò con quale coraggio hai affrontato tutto questo».
E poi un giorno gli ho fatto "la domanda", una di quelle con la D maiuscola: «"Michi ma tu hai paura di morire?» e lui ha risposto «No, però chi tta diri avutri cinco, reci anni mi l'avissi fatti», io invece ti dico adesso non soffri più, nuota Michi, nuota, guarda che è calmo il mare.
E anche io caro Michele, Michelone e a volte anche Gabriellone o Raffaellone, mi hai sempre sostenuto, quando ho scritto il primo libro ne hai comprate cinque copie, quando con Ninni abbiamo fatto le marmellate di manderini, ne hai comprate un sacco, per regalarle ai tuoi clienti.
Dovevo passare in negozio per fare accorciare una collana e non l'ho più fatto, non ti ho salutato perché ero certa che ce l'avresti fatta e volevo lasciarti il tempo di finire la tua battaglia per riprendere a vederci e brindare mille volte alla tua vittoria.
Non è andata così, abbiamo brindato alla tua dipartita, non erano questi i piani Michi. Fai buon viaggio, amico.
Per chi volesse salutare Michele Valenti i funerali saranno venerdì 25 luglio alla chiesa dei Rotoli alle 11.00.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|